La carica dei consiglieri. Chiara Cozzi, Antonio Pacini, Doriano Vagnoli

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Alle prossime elezioni non correranno soltanto i sindaci. Ci sarà una battaglia per entrare a far parte del Consiglio Comunale di Abbadia San Salvatore. Dodici candidati per il Centrosinistra, dodici per Abbadia Futura e dieci per Rifondazione Comunista e IDV; per un totale di trentaquattro candidati. Ma chi sono costoro e cosa intendono fare per migliorare il paese? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati.

CHIARA COZZI (Sinistra per il lavoro)

Perché hai deciso di candidarti?

Candidata “per gioco”, mi sono ritrovata a vivere un’esperienza davvero coinvolgente e unica. La squadra di cui faccio parte è capace, preparata, determinata.

Cosa proponi per migliorare Abbadia?

Sono certa che insieme agli altri/e compagni/e potrò dare un contributo costruttivo e migliorare così, in modo concreto, la situazione del paese: in campo ambientale, culturale, sociale, sportivo e in campo lavorativo.

ANTONIO PACINI (Abbadia Futura)

Perché hai deciso di candidarti?

Ho deciso di prendere parte a questo progetto perché credo nelle potenzialità inespresse del nostro paese e nelle persone che in questi ultimi cinque mesi dalla nascita di Abbadia Futura hanno dimostrato attaccamento al paese, capacità e volontà di cambiare. Nei numerosi incontri con le realtà locali ho visto un’Abbadia che non ero più abituato a vedere, fatta di gente che non ci sta a vederla morire. Confesso che mi sono stupito perché il clima che ero abituato a respirare era di rassegnazione ad un destino inevitabile. La voglia di partecipare, di esporre i propri progetti, le idee realizzabili ma anche i sogni da parte dei badenghi mi ha spinto a mettercela tutta perché è qui che vorrei rimanere e continuare a lavorare in futuro. Inoltre credo che Giacomo Bisconti sia un giovane brillante e capace, insieme alla squadra, di riportare Abbadia in carreggiata per fargli fare finalmente il salto di qualità. Questi sono i motivi principali per cui mi sono candidato. Noi vogliamo un avvenire diverso da quello che c’hanno designato finora. Il futuro non si chiama spopolamento, assistenza, zona svantaggiata… Noi abbiamo un progetto di vita. Lo dobbiamo fare per i badenghi di una volta, per noi, ma anche e soprattutto per i più giovani e chi verrà dopo di noi.

Cosa proponi per migliorare Abbadia?

Le proposte che ho si rispecchiano completamente nel programma scritto assieme ai cittadini e rielaborato dalle commissioni tematiche. L’aspetto verso il quale ho una sensibilità particolare è la nostra montagna. Bisogna intervenire per arrivare ad un riconoscimento vero delle sue particolarità ambientali al fine di tutelarle efficacemente e valorizzarle. Così facendo attireremo un turismo di qualità, allargando anche il bacino d’utenza. I turisti dovranno venire da noi non solo per il fresco o perché è comodo arrivarci, ma anche e soprattutto perché abbiamo delle particolarità che non possono trovare altrove. Dobbiamo ritrovare una cultura del bosco facendo in modo che tutte le sue importanti funzioni siano rispettate senza che nessuna prevalga sulle altre. Le funzioni sono quella produttiva ma anche di protezione, paesaggistica, ricreativa e di svago etc. La valorizzazione di tutti questi aspetti insieme porta inoltre dei benefici di natura economica, non solo per pochi ma per tutta la collettività. Abbiamo dei progetti concreti per arrivare a questo e soprattutto non abbiamo bisogno di inventarci niente di diverso da ciò che già c’è; ma prima dobbiamo compiere una rivoluzione culturale, che è già iniziata.

DORIANO VAGNOLI (Sinistra per il lavoro)

Perché hai deciso di candidarti?

E’ la mia prima candidatura. Ho dato la mia disponibilità a Letizia (Nocci, ndr) perché ho avuto dai componenti del “Circolo di Abbadia” ascolto e attenzione per le mie difficoltà e per quelle degli altri lavoratori, cosa che tra l’altro loro sempre fanno ed hanno sempre fatto in passato.

Cosa proponi per migliorare Abbadia?

Cosa penso di poter fare? Mettere a disposizione dei/delle miei/mie compagni/e di lista la mia esperienza di vita e la mia esperienza professionale per poter tutti insieme individuare le soluzioni possibili che andranno a salvaguardare il lavoro che ancora c’è e a recuperare, o a cercare di farlo, il lavoro che non c’è più.

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Copertina: “Antonio la Trippa”, Gli onorevoli, 1963

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