Geotermia: la Rete Nazionale “NOGESI” in audizione al Parlamento

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La Rete Nazionale NOGESI (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante) in audizione al Parlamento il 19 gennaio, mentre il Consiglio di Stato dà ragione ai comitati sull’inceneritore di Scarlino per gli stessi motivi del ricorso su Bagnore 4.

Intanto Rossi (Toscana) e Zaia (Veneto) fermano le trivelle per sei mesi. Lunedì 19 la voce dell’Amiata e degli altri comitati della Rete NOGESI è tornata di nuovo a farsi sentire in Parlamento, all’audizione presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati – Risoluzioni sulla Geotermia. Dopo il 5 marzo 2014, giornata di mobilitazione nazionale a Roma, presso la Camera dei Deputati, abbiamo assistito a una crescita di interesse continua dei parlamentari sulla questione geotermia, con la presentazione, a dicembre, di ben tre risoluzioni (M5S, SEL e PD) che intervengono per cercare di regolamentare la materia.

Lunedì scorso quindi Monica Tommasi, Fausto Carotenuto, Roberto Barocci e il sindaco di Casole Piero Pii (a nome della Rete NOGESI), di cui “Sos Geotermia” fa parte, sono stati ascoltati dai parlamentari delle Commissioni riunite e presiedute da Ermete Realacci del Pd: è stato presentato un documento che riassume le questioni sostanziali di critica verso l’attuale geotermia e con le proposte della Rete (in allegato) e tali temi sono stati esposti ai convenuti, rispondendo anche a specifiche richieste dei parlamentari Segoni (M5S) e Zaccagnini (SEL), che con la Braga (PD), anch’essa presente, sono i presentatori delle tre risoluzioni del dicembre scorso.

Siamo certi e convinti che le ragioni della tutela dei territori dall’assalto della geotermia speculativa, vecchia e nuova, troveranno accoglimento da parte delle Commissioni e si arrivi finalmente ad una regolamentazione che impedisca l’ulteriore saccheggio e il proliferare incontrollato delle trivelle. Tale preoccupazione pare trovare riscontro anche nella decisione di due regioni, la Toscana e il Veneto, di procedere ad una moratoria alle trivelle per sei mesi al fine di regolamentare, anche a livello regionale, la materia; anche se le imminenti elezioni possono aver influito nelle decisioni, resta il fatto che queste amministrazioni hanno almeno capito che i cittadini non sono più disposti ad accettare in silenzio la distruzione, il saccheggio e la rapina dei territori e delle economie tradizionali locali legate a turismo e produzioni agroalimentari d’eccellenza.

Ma le buone notizie di questo inizio 2015 non finiscono qui, per la seconda volta una sentenza del Consiglio di Stato si pronuncia contro le autorizzazioni illegittime della Provincia di Grosseto per l’inceneritore di Scarlino; oltre la soddisfazione per la vittoria dei comitati che quella battaglia stanno conducendo, la questione interessa direttamente anche l’Amiata e Bagnore 4, su cui c’è pendente il ricorso proprio in Consiglio di Stato. Ebbene, la motivazione vincente su Scarlino è che la VIA non ha tenuto conto delle emissioni cumulative del territorio in cui si vuole realizzare l’opera e non solo quindi quelle dell’impianto in oggetto; identica motivazione, tra le altre, è presente nel ricorso contro la VIA per Bagnore 4, VIA rilasciata appunto senza prendere in considerazioni tutti gli inquinanti e le emissioni presenti già sul territorio. Confidiamo quindi che il Consiglio di Stato non potrà che esprimersi sulla VIA per Bagnore 4 con la stessa valutazione usata per la VIA di Scarlino.

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