Primarie, geotermia e molto altro. Intervista a Massimo Flori

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Siamo grati a Massimo Flori per essersi concesso ai microfoni di Abbadia News. Gli argomenti trattati sono davvero tanti: dalle primarie di coalizione PD, alla geotermia (analizzata con coscienza, cognizione di causa e senza peli sulla lingua), fino ad affrontare le emergenze che riguardano il paese, in particolare i lavori di bonifica dell’area ex Miniera. 

Sulla nota pubblicata sabato sul tuo profilo Facebook – dove annunci di abbandonare la corsa alle primarie di coalizione – scrivi di non spalleggiare nessun candidato per concentrarti direttamente alle elezioni di maggio. Significa che in linea teorica potresti appoggiare una lista diversa dal PD?

Tecnicamente non sono mai stato candidato alle primarie di coalizione, non avendo presentato  nei tempi previsti dal regolamento né le firme, né il programma. Anche se – come ho fatto di fronte all’Esecutivo del Partito Democratico di venerdì sera – devo ringraziare il Segretario, ed il PD di Abbadia S.S. per avermi preparato tutto il necessario per la presentazione della mia candidatura. Vedo una situazione talmente difficile che con la mia dichiarazione intendo sottolineare il mio scarso gradimento per questo primo confronto, che sembra una battaglia e ha il sapore dello scontro finale, per questo aspetterò l’esito delle primarie per prendere una decisione . Le primarie, così come vengono interpretate specialmente in questo momento, le ho sempre ritenute un modo sbagliato in quanto alternative alla politica della scelta fatta dopo aver ascoltato le ragioni di tutti con la volontà di trovare un accordo, che in quanto tale è mediazione, e non certo scontro. Credo che sia chiaro a tutti che non ci si può limitare a parlare solo del candidato sindaco. Ma ci si deve confrontare prima con i programmi, per arrivare solo alla fine alla formazione della giunta e dei consiglieri comunali. Solo dentro questa cornice io sono abituato a lavorare, a trovare le soluzioni, a coniugare le capacità con le necessità di aprirsi alle novità. I nomi vengono per ultimi perché sono quelli di chi si deve mettere a disposizione, per attuare quello che si è deciso di fare tutti insieme.

Nello stesso post (riportato da Abbadia News lo scorso lunedì) usi una parola desueta: “compagni”. Chi sono, nel 2014, i compagni?

Per me è ancora un termine consueto. Comunque ci tenevo a sottolineare che mi rivolgevo principalmente ai compagni di partito che mi stavano scrivendo in quel momento, verso i quali mi lega una militanza trentennale. Il Compagno è quello con il quale sei disposto a condividere lo stesso pane, appunto cum – panem, e per rispondere alla domanda sono tante persone che insieme ad altri – anche in questo momento difficilissimo, molto teso, al limite del rissoso – stanno comunque lavorando per creare le condizioni migliori possibili. Del resto io ritengo vitale concentrarsi sul possibile oggi che le difficoltà, anche con riferimento al livello nazionale, sembrano insormontabili.

Al momento i candidati ufficiali che correranno alle primarie di partito sono Enrico Coppi e Fabrizio Tondi. Credi che salteranno fuori altri nomi? (n.b. la domanda è stata scritta prima della chiusura ufficiale delle candidature, avvenuta lo scorso 15 febbraio)

Non ho partecipato ad incontri con la coalizione per poter dare indicazioni su questo tema, e comunque come ho già detto non sosterrò nessuno dei candidati alle primarie.

Cosa chiederai al vincitore delle primarie di coalizione, e più in generale al prossimo sindaco di Abbadia? Quali sono, a tuo avviso, le priorità e le emergenze che si troverà ad affrontare?

C’è una sola priorità ed una sola emergenza vera dalla quale derivano infinite difficoltà. Questa si chiama Lavoro. Consolidare l’esistente anche con quelli che possono sembrare piccoli interventi. Penso in questo senso a che cosa significò l’accordo per il “PUD N. 3″ dentro la miniera, per tutte le attività che vi si trasferirono, consolidandosi. Rilanciare politiche di attrazione di investimenti, andando verso vere e proprie azioni di Deregulation. Ogni amico che ho portato a visitare il nostro paese e la nostra montagna mi ha detto che con un ambiente come questo una comunità come la nostra dovrebbe vivere bene. Invece ogni volta che si parla di questi argomenti, sembra quasi che si preferiscano, ai sacrifici ai quali siamo abituati, i soldi “ facili” della legge sulla geotermia, cioè assistenzialismo puro. Non è possibile che un popolo che ha visto per decenni scendere la propria gioventù nelle viscere del “monte”, non trovi un modo per sognare, pensare e realizzare tutti insieme un futuro migliore. Se non si mettono da parte tutti gli egoismi, questo nostro paese non ce la può fare, i conti sono a posto, siamo ancora in piedi in un momento in cui intorno a noi ci sono difficoltà maggiori delle nostre, ma non basta. Nel mondo che si presenta davanti a noi, la capacità di crescita di tutti, in tutti i sensi, ed in particolare delle nostre aziende, in tutti i settori, farà la differenza.

Per quanto riguarda la (spinosa) questione della geotermia accennata poc’anzi, in passato hai espresso dubbi e perplessità sulla “bontà” di tale energia. Qual è il tuo punto di vista e come dovrà comportarsi la nuova Amministrazione?

La geotermia più che un argomento spinoso è un argomento per alcuni aspetti sostanzialmente sconosciuto. Mi riferisco alla questioni che hanno una valenze economica che tanta “gola” fanno a chi cerca una via breve per amministrare il nostro comune. La geotermia targata ENEL, quella che per trent’anni ha imperversato sul nostro territorio come la peste – e non lo dicevo soltanto io all’epoca – è l’unica che prevede compensazioni ambientali e territoriali in virtù del famoso protocollo del 20 dicembre del 2007. Cito questa data perché nessuno degli impianti previsti allora in Amiata è entrato ancora in servizio ed ho l’impressione che qualcuno abbia fatto i conti senza l’oste, almeno per quello che riguarda la prossima legislatura, e le quote legate alla produzione. Appare evidente come,  partendo anche immediatamente con le nuove procedure, non sarà possibile ottenere tutte le autorizzazioni, realizzare le trivellazioni, costruire gli impianti e quindi entrare in produzione nel prossimo quinquennio. Ricordiamoci che il protocollo vale fino al 2024 e per quanto riguarda le compensazioni ambientali (trenta denari per tradire questa montagna) parliamo di quote su base annua a scalare a questo punto dal 2024, visto che siamo nel 2014. Ma  la cosa più assurda è che non si vuole tenere in considerazione neanche il fatto che Enel ha dichiarato di recente al Comune di Abbadia San Salvatore che NON intende realizzare centrali nel nostro comune, ma al massimo prendere il vapore e portarlo alla centrale esistente più vicina, già in produzione; meccanismo che ci esclude da qualunque beneficio, elargizione, prebenda o ristoro. Sfatiamo anche il mito del Comune che dice no alla Geotermia, i nostri pareri contrari, quando richiesti rispetto agli obblighi di legge, anche sui permessi di ricerca, non sono mai serviti a fermare le procedure che sono di competenza regionale, abbiamo fatto importanti atti di indirizzo votati dal Consiglio Comunale, ma hanno il carattere della scelta di indirizzo politico. Infine vorrei dire che con l’entrata in vigore del decreto legislativo 22/2010 – che ha liberalizzato l’attività geotermoelettrica in tutto il territorio nazionale –  in Toscana al 29 aprile 2013 risultano rilasciati 34 permessi di ricerca concentrati essenzialmente tra le provincie di Grosseto, Siena e Pisa per un totale di 3000 kmq circa. I 34 permessi risultano assegnati a 13 differenti società. Sul territorio toscano sono attualmente presenti 8 concessioni geotermiche, di cui 2 nell’area dell’Amiata, per un totale di 492,95 kmq. Le 8 concessioni ospitano un totale di 34 impianti, oltre a quello futuro di Bagnore 4 per cui è stata già rilasciata l’Autorizzazzione Unica. Ciliegina sulla torta che rischia di diventare un boccone amaro: tutti i soggetti privati che hanno ottenuto permessi di ricerca nel territorio del Comune di Abbadia San Salvatore nel momento in cui dovessero realizzare impianti dopo aver ottenuto la concessione mineraria, non ci dovrebbero dare niente, in quanto non esistono accordi (protocolli) con queste aziende.

Cambiamo argomento. Da qualche anno a questa parte ti stai occupando attivamente del progetto relativo alla bonifica dell’ex area mineraria. Qual è lo stato dei lavori? Quanti anni serviranno per terminare la bonifica?

L’argomento sarà oggetto di una relazione di fine mandato che stiamo preparando insieme all’Unità di Progetto Bonifica che è lo strumento con il quale il Comune ha affrontato tutte le problematiche, senza dimenticare le importanti collaborazioni con le Università di Siena e Firenze. In realtà siamo partiti nel 2009, dopo che nell’anno precedente erano stati sottoscritti gli accordi con ENI e ci era stata trasferita la concessione mineraria. Abbiamo appunto operato in regime di concessione proponendo ai soggetti controllori la revisione completa del vecchio progetto sulla base del grande sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e al notevole approfondimento degli aspetti di tipo geochimico che sono diventati molto importanti nel settore della bonifica ambientale. L’obiettivo che ci siamo dati è stato quello della riduzione dell’impatto delle opere e l’opportunità di opzioni di bonifica meno invasive e più moderne, senza mai perdere d’occhio la necessità di riutilizzare le aree interessate dalle varie destinazioni della programmazione urbanistica. Nel 2010/2011 gli interventi hanno riguardato la rimozione di amianto nelle zone più esposte, le coperture dei carreggi ed alcuni edifici dello stabilimento, poi abbiamo tolto l’amianto dal tetto dell’officina meccanica integrando quello nuovo con un impianto fotovoltaico da 34 kw/h. La conferenza dei servizi del giugno 2012 ci ha poi finalmente autorizzati al nuovo definitivo progetto di bonifica sulle direttrici che avevamo individuato: 1° edifici e strutture, di cui il 90% destinati alla funzione parco museale; 2° il rimodellamento dei profili ed il ripristino ambientale (le discariche delle Lame); 3° la bonifica dell’area dei forni (trattamento dei terreni); 4° costruzione del canale per il convogliamento e l’allontanamento delle acque superficiali dall’area degli impianti metallurgici. Nel solo 2013 abbiamo realizzato per circa 1,8 milioni di Euro una parte fondamentale del progetto per avviare poi in sicurezza tutte le altre che rimangono. Il nuovo canale che dalla base del Gorone arriva fino al tombamento di via XXV Aprile è un’opera idraulica che assolverà il suo compito per la bonifica, ma una volta completato con il tratto che va fino alla Gora e dopo la realizzazione dell’intervento già finanziato dalla Gora a sotto Piazza della Repubblica, rivestirà un ruolo cruciale nel complesso sistema idraulico di Abbadia. Se l’impegno di tutti, dei nostri parlamentari nei confronti del governo, della Regione Toscana che già molto ha fatto in questo senso, permetterà un flusso di “patto di stabilità“ costante, credo che in 4 anni si potrebbe arrivare alla conclusione di tutti gli interventi. Comunque, per non lasciare niente al caso, abbiamo già realizzato un piano particolareggiato che consentirà e garantirà la massima tutela dell’area per le funzioni previste. @joricherubini

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In copertina: Massimo Flori in compagnia di vecchi amici.

Commenti

2 commenti a “Primarie, geotermia e molto altro. Intervista a Massimo Flori”

  1. Rinnovatore

    E così la “frittata è fatta”, con il gesto di Massimo (da molti tesserati PD condiviso) è lampante l’inizio della lunga agonia prima della scissione totale. A questo punto dobbiamo solo chiederci cosa è meglio fare per il bene di Abbadia San Salvatore.

    La sinistra “badenga” appare ormai del tutto in crisi, il PD è assediato dal “finto nuovo e riciclato” che con abilità ha saputo prendere le redini di un partito ormai allo sbando totale, rimane qualcosa in quella forma subalterna oggi rappresentata da SEL (anche se con il dubbio amletico – essere o non essere “filo” PD), visto il vero e proprio pasticcio in corso di compimento di Rifondazione Comunista nel cadere nella “TELA” tessuta con arte dalla personalizzazione di pochi (cosa non si farebbe per un assessorato).

    A questo punto la sinistra “badenga” ha la necessità, ma soprattutto il dovere di un rinnovamento con la “R” maiuscola, che risulti essere prima di tutto capace di muoversi all’interno di un quadro generale di trasformazione radicale del sistema, ma allo stesso tempo che faccia leva delle specificità ed esperienze del passato, ripartendo dalla valorizzazione di forze giovani e fresche, con energie e idee innovative che abbiano un solo obiettivo, il bene per Abbadia San Salvatore.

    Abbadia Futura probabilmente rappresenta tutto questo, un VERO laboratorio di crescita collettiva, i “giovani” e “meno giovani” lavorano insieme duramente facendo tesoro dell’esperienza accomunata dalla freschezza, dove i singoli cittadini nella sua naturalezza e semplicità rappresentano l’elemento distintivo di una politica con la “P” maiuscola.

    Firmato. Ho sempre votato a sinistra a livello nazionale e locale, ma per queste amministrative comunali è proprio il caso di cambiare e dare spazio al VERO nuovo, Abbadia Futura.

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