Intervista a Giacomo Sbrilli: “Il nuovo Presidente dovrà ascoltare gli altri e saper moderare”

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di Jori Cherubini

Abbadia San Salvatore – Sono passati tre anni da quando Giacomo Sbrilli fu eletto Presidente della Pro loco. Tre anni importanti e ricchi di avvenimenti. Tre anni intensi, raccontati dalle parole dello stesso Giacomo, che purtuttavia – e un po’ a sorpresa – ha deciso di non ricandidarsi.

Tre anni di presidenza. Tirando le somme, cos’è migliorato rispetto al passato e quali rimangono (se rimangono) i nervi scoperti?

Per natura “vedo” più facilmente quello che c’è da migliorare rispetto a quello che va bene. La prima cosa che mi viene in mente è quella di riuscire a coinvolgere maggiormente la popolazione nell’attività della Proloco; su una popolazione di circa 6.000 abitanti i tesserati sono soltanto 200; alle assemblee non siamo mai stati più di 50… Un miglioramento importante invece, tangibile in particolar modo quest’anno, è la maggior partecipazione dei giovani alle attività; la speranza è che questo processo sia solo all’inizio.

A cosa è dovuta la scelta di non ricandidarsi?

La decisione non è stata semplice, è venuta dopo una lunga riflessione. In questi tre anni ho dedicato molto tempo (senza alcun rimpianto) alla Proloco, ma in futuro penso di non avere a disposizione lo stesso tempo da dedicare a questo “impegno”.

Quali sono le caratteristiche che deve avere il nuovo presidente?

A mio modo di vedere il presidente della Proloco dovrebbe essere una persona, come detto sopra, che in primis abbia tempo da dedicare a questo impegno. Un’altra caratteristica fondamentale è la capacità di ascoltare gli altri senza farsi troppo condizionare dalle proprie idee. Mi chiedete, infatti, solo del presidente ma è tutto il consiglio direttivo che prende le decisioni; il presidente secondo me deve essere un bravo “moderatore”; quando queste decisioni vengono prese, oltre che una persona capace di rappresentare e far rispettare la Proloco nei vari tavoli/incontri a cui partecipa.

Quali sono, se ci sono, le maggiori difficoltà che il nuovo presidente dovrà affrontare; sia internamente che verso l’ambiente cittadino?

Le difficoltà maggiori all’interno del consiglio secondo me sono 2: la prima, vedi sopra, è quella di riuscire a trovare un valido gruppo di consiglieri che riescano ad aiutarlo nell’organizzazione e gestione di tutte le attività. La seconda è il rapporto con i terzieri che a volte è ancora visto come un “noi e loro” nel senso che nonostante siano già due anni che i terzieri sono ufficialmente e legalmente una sezione della Proloco per alcuni iscritti dei terzieri la Proloco è ancora vista come una “cosa” estranea. Verso l’ambiente cittadino, come già detto sopra, è quello di trovare il modo per riuscire a coinvolgere di più la popolazione nell’organizzazione/partecipazione alle attività.

Come funzione l’elezione, tecnicamente? Chi e come può candidarsi?

Solo i Soci Pro Loco possono partecipare attivamente all’Assemblea e proporsi per il nuovo Consiglio Direttivo. Tutti coloro quindi che desiderano farne parte dovranno necessariamente tesserarsi. Per quanto riguarda la votazione, invece, possono prendervi parte solo coloro che sono soci da almeno 60 giorni (articolo 5 dello statuto) o coloro che, già soci l’anno precedente, rinnovano entro il giorno della votazione. Visto che le votazioni, probabilmente, si terranno a fine marzo/inizio aprile è il momento buono per tesserarsi per tutti coloro che voglio prendere parte alla votazione.

Visto che siamo in confidenza. Ti chiedo a) un autorimprovero b) di toglierti un sassolino dalla scarpa.

D’accordo iniziamo dall’autorimprovero, anzi te ne dico 2: il primo è stato che alcune volte sono stato un presidente più “operativo” piuttosto che organizzativo/direttivo, forse a discapito della riuscita di alcune manifestazioni. Il secondo  che a volte ho “lasciato passare” e sorvolato su azioni, atteggiamenti e comportamenti che probabilmente andavano trattati in maniera più risoluta. Per quanto riguarda il “sassolino nella scarpa” la mia è un po’ una provocazione: ho sentito critiche e lamentele sull’operato della Proloco e su cose che non abbiamo fatto correttamente o che avremmo dovuto fare molto meglio…  A tutte le persone che la pensano così dico che questa è l’occasione per farsi avanti e impegnarsi in prima persona per cambiare e migliorare quello che non funziona… La Proloco è aperta a tutti.

L’incoming del nostro paese vive soprattutto di turismo stagionale. Concentrando gli arrivi nel semestre luglio-dicembre, lasciando “scoperto” il periodo gennaio-giugno. Può esistere una ricetta per cambiare la rotta di questo fenomeno? E soprattutto, c’è la volontà di cambiarlo?

Sinceramente non so quale può essere la ricetta per cambiare questa rotta e sinceramente non so nemmeno se la scelta giusta sia quella di cambiare piuttosto che potenziare, migliorare e cercare di trarre il maggiore e migliore profitto possibile da un tipo di turismo stagionale. Una cosa su cui però sono sicuro si debba lavorare è la “cultura turistica” di tutti gli interessati, dai chi lavora nel/con il turismo fino ai semplici cittadini; avendo avuto la possibilità di viaggiare mi sono reso conto che questo è un punto su cui abbiamo molto da lavorare, se vogliamo far diventare Abbadia una destinazione turistica a tutti gli effetti.

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Foto copertina: sede Pro loco; in alto a destra Giacomo Sbrilli

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