Cassero, blasfemia e diabolica perfidia

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di Giovanni Fabbrini

Caffarra: «Le foto del Cassero sono un insulto di diabolica perfidia a Cristo in Croce»

Abbadia San Salvatore. Venerdì 13 è la giornata tradizionalmente infausta per gli americani. Lo scorso venerdì lo è stata anche per chiunque creda, anglofono o meno, nella libertà usata in senso costruttivo. Al Cassero, locale della comunità omosessuale di Bologna, sono stati presi di mira i simboli cristiani per passare il tempo, o per chissà quale altro motivo, visto che un Papa così benevolo verso i gay non si era mai visto. Per ciò se è giusto dire (formalmente lo è) ciò che l’Arcigay ha affermato al riguardo, che la libertà di culto permette di offendere e sbeffeggiare il sacro, è ancora più giusto dire che nella libertà di culto si ha il diritto di indicare dove e in quali ambienti manca la libertà, la dignità e la possibilità di usare la ragione in modo sano e normale. Al solito, la libertà usata per spararsi nei piedi, per offendere tutta la grazia di Dio che c’è oggi in Italia, non è libertà, è idiozia.

Ha fatto bene il Pd, partito di maggioranza nella giunta che concede gratuitamente lo spazio a questi simpaticoni, a prendere le distanze dal Cassero, invitando gli organizzatori dell’evento blasfemo ad assumersi “la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio”. Visto che a maggio scade la concessione del fondo, la Lega Nord (Borgonzoni) ha proposto di non rinnovarla. La Postilla propone il rinnovo condizionato, tutti in giacca e cravatta a studiare, laicamente, storia del monoteismo. Più in generale sui cattivi rapporti tra mondo religioso e omosessuali non c’è molto da dire. Gli omosessuali non si curano o si fan beffa della religione, d’altra parte la religione da un punto di vista meramente oggettivo fa anche peggio, dicendo loro che andranno all’inferno, spingendo l’ordinamento civile a negare i diritti alle loro “unioni”, bollando il comportamento omosessuale come sinistra e sciagurata conseguenza dell’idolatria, per chiunque abbia presente la lettera di San Paolo ai Romani.

Questo vale per le grandi religioni abramitiche; con qualche riserva, almeno per quanto riguarda la nostra religione, sull’inferno, che non è chiaramente così automatico. Ad ogni modo la calma razionale che permetterebbe di rivolgersi a credenze più aperte nei loro confronti, come il Buddismo, gli omosessuali più orgogliosi non l’hanno mai mostrata; ce l’ha fatta anche Odifreddi, che di ateismo se ne intende, a capire che non doveva solo fare sberleffi al Papa ma poteva scegliersi una filosofia-religione da simpatizzare. Uscendo dalla visione meramente oggettiva di cui si parlava, fondata su dati esteriori e materiali, ed entrano in una visione sovrarazionale fondata sulla civiltà e sulla salute, vediamo bene che quantunque il mondo dell’orgoglio omosessuale non leda a nessuno alcuna libertà e alcun diritto, in certi settori compie un’opera piuttosto deleteria nello spostamento dei valori e della cultura dominante della nostra amata e in effetti piuttosto bella, e ancora degna di essere difesa, civiltà.

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