Il Vaticanista. Enciclica moderna e global warming

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—lP—

di Giovanni Fabbrini

Sono passati un paio di mesi dall’uscita della Laudato Si’. Allontanandosi da una logica di informazione immediata, si può parlare dell’enciclica a mesi di distanza essenzialmente per due ragioni. La prima è che ci sono state conseguenze e reazioni che quindi valeva la pena aspettare per analizzare. La seconda è che quando si trattano documenti vaticani di tale livello il tempo si dilata più di quanto non si pensi, abituati ai ritmi (inutilmente?) serrati della politica nostrana; la stessa Laudato Si’ del resto si apre riportando documenti papali degli anni ’70 e ’90. Un po’ come se Mattarella cominciasse i discorsi citando Leone o Pertini.  Quale miglior occasione per mettere insieme un paio di punti trattati in questa rubrica: il rapporto tra l’uomo e la natura e la dogmatica. Nella lettera la Chiesa prende posizione o meglio partorisce una serie di esortazioni al mondo, specialmente, per così dire, al mondo che conta. La finanza e la politica a essa asservita, il capitalismo miope, che vede solo il profitto nel breve periodo; questi i bersagli del documento. Essa non rientra quindi tra i poteri forti, almeno stando a come è costruito il discorso.

Papa Francesco è arrivato in BrasileVa chiarito un concetto a beneficio dei tanti che identificano nella Chiesa il “potere” occidentale per eccellenza. Paragonare il ruolo dell’ordinamento vaticano a quello della finanza o delle lobby capitaliste è contestabile per un paio di ragioni. L’elitismo cattolico (che pure esiste) si costruisce partendo dai bisogni della società e non sfruttandoli per proprio vantaggio, come può accadere nel capitalismo. La Chiesa ha una dottrina sociale che molte organizzazioni capitaliste non hanno e questa dottrina dà un’importanza centrale alla carità. Detto questo, non si può negare che il Vaticano sia anche un potere economico che si muove nel capitalismo e che sia parimenti istituzione in grado di fare pressioni politiche. Se le abbia fatte in passato con costanza lo lasciamo giudicare al lettore. Il documento non trattando direttamente argomenti di dottrina e non avendo in sé nulla che espliciti il carattere dell’infallibilità -il Papa stesso non usa esplicitamente e dichiaratamente, nel documento, il carisma dell’infallibilità- non si può in nessun modo considerare un insegnamento ex cathedra. E rientra quindi in quel magistero ordinario che esprime opinioni, autorevoli e in nessun modo vincolanti per la coscienza dei fedeli.

Le critiche migliori sono venute, tanto per cambiare, dall’organismo Global Warming Policy Fundation. Nel giro di un mese la fondazione ha evidenziato con quattro articoli e uno studio alcuni aspetti di rilievo. Negli articoli si attacca la totale noncuranza dell’enciclica verso le conseguenze positive dello sviluppo tecnologico. In tutta la “Laudato Si’” non si riconoscere alcun merito alla scienza e alla creatività, in particolare nell’aver ridotto la fame e il freddo; un progresso positivo non trascurabile, anche se confrontato con le peggiori conseguenze, tra cui il riscaldamento globale. Nel documento denominato “The pontifical academies BROKEN MORAL COMPASS” il Dr Indur Goklany ha espresso una vera confutazione scientifica e senza tanti complimenti ha accusato il Vaticano di essersi servito di collaboratori scadenti e di essere andato contro l’evidenza empirica. Ad ogni modo si tratta di un testo piacevole da leggere, abbastanza semplice e coinvolgente; fulcro del quale la definizione dei tre agenti che interagiscono con l’uomo e verso il quale l’uomo ha dei doveri: Dio, l’altro e la natura.

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