Filarmonica Puccini e Majorettes: storia di una passione centenaria

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di Ilaria Martini

Ci sono alcuni simboli immortali che ci accompagnano da quando siamo nati, che ci ricordano direttamente la nostra identità più profonda, che ci uniscono nonostante le differenze. Uno di questi simboli, forse il più folkloristico e popolare, è sicuramente la Banda paesana. La Filarmonica Giacomo Puccini di Abbadia San Salvatore ha una lunga e gloriosa storia, che inizia nel 1843, anno della sua fondazione ad opera del medico del paese Giovan Battista Gragnoli originario di Arcidosso. La Banda da allora non ha mai interrotto la sua attività, nemmeno durante i due conflitti mondiali. Il periodo di massimo splendore arriva con la Miniera: in questo periodo è record di musicisti, quasi tutti minatori, ai quali viene concesso l’esonero dal lavoro durante le prove e le uscite musicali.

Agli strumenti si aggiungono nel 1973 le Majorettes, le ragazze con la mazzetta che traducono in movimenti veloci e sinuosi le note intonate dai musicisti. Oggi l’associazione è sicuramente cambiata, ma veicola ancora intatti la passione e il senso d’appartenenza che l’ha fatta nascere. Il presidente della Filarmonica Giovanni Tenci e la coordinatrice del gruppo Majorettes Sabrina Bacci, ci raccontano una delle più belle storie dell’associazionismo badengo, centenaria eppure sempre attuale. L’attività della Banda musicale, accompagnata dalle Majorettes dura tutto l’anno e copre le maggiori festività civili e religiose del paese, oltre a rappresentare la nostra comunità in raduni e sfilate nazionali ed internazionali. I principali appuntamenti sono il 30 Aprile in occasione del concerto dei lavoratori con il patrocino dei sindacati, l’8 Giugno in occasione del raduno a Buonconvento, oltre al concerto estivo di Agosto ad Abbadia e al raduno nazionale annuale. La Banda nasce come progetto musicale a contatto con la gente, si nutre della partecipazione del pubblico: gli strumenti e le coreografie scendono nelle strade della città diventando attrazione folkloristica a allo stesso tempo specchio dell’identità stessa del paese.

Proprio l’identità paesana è alla base dei simboli distintivi di ogni gruppo musicale, ad Abbadia il rosso e bianco per le Majorettes e il blu per i musicisti. «Il gruppo Majorettes ha ragione di esistere solo se c’è un legame forte con la Banda e con la gente» così Sabrina e Giovanni sintetizzano il sodalizio tra i musicisti e le ragazze: l’animazione in forma di danza sancisce in maniera ancora più diretta lo scambio con il pubblico durante le sfilate. L’avventura delle ragazze con la mazzetta si interrompe dal 2002 al 2012, a seguito di una carenza nella partecipazione e di una scelta musicale che preferisce i concerti ai raduni e alle competizioni. Due anni fa le Majorettes si ricostituiscono e contano ad oggi 13 componenti, comprese tra i 5 e i 13anni di età.  Negli ultimi anni c’è grande curiosità da parte delle bambine nei confronti di quest’attività. Il problema del ricambio generazionale è invece più sentito all’interno dei musicisti, in quanto manca un vero inserimento dei giovani direttamente dalla scuola di musica gratuita organizzata dalla Banda stessa.

Sicuramente oggi questa passione antica deve competere con gli sport e le attività agonistiche più recenti, che coinvolgono i giovani badenghi, dediti per tradizione allo sport e all’associazionismo. Per promuovere una cultura musicale più completa la Filarmonica di Abbadia vuole proporre un progetto di collaborazione con le scuole elementari, partendo dalle classi terze, in modo formare i bambini alla musica. L’associazione è luogo di aggregazione e di amicizia, una grande famiglia che pur mantenendo la sua identità paesana cerca negli ultimi anni di dar vita ad una “Banda dell’Amiata”, intensificando le collaborazioni soprattutto con la Filarmonica di Piancastagnaio. La Banda rappresenta la nostra storia e la nostra identità popolare. Tra le partecipazioni più importanti c’è quella al Giubileo del 2001 a Roma in Piazza San Pietro, dove i nostri musicisti e le nostre Majorettes si sono esibiti alla presenza di San Giovanni Paolo II.

Proprio in quell’occasione, ricorda Sabrina con emozione, il Santo Padre ebbe modo di esprimere il suo apprezzamento ed esortò il gruppo a continuare con entusiasmo nell’attività. Un segno profetico quello, infatti oggi, a distanza di anni, la Banda e le Majorettes, se pur con le difficoltà legate alla carenza di fondi e allo scarso ricambio generazionale, continuano con dedizione il loro servizio al paese. In quante occasioni abbiamo sentito la nostra Filarmonica così vicina, nell’espressione comune di un sentimento di amore per il nostro paese! Sarebbe stupendo se anche noi compaesani potessimo contribuire affinché questa tradizione non si opacizzi mai, magari invogliando i nostri figli ad imparare la musica o le nostre ragazze a marciare con la mazzetta.

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