Arezzo: Paolo Isotta presenta “La virtù dell’elefante” (La musica, i libri, gli amici e San Gennaro)

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«Ascoltando le fluviali e disordinate memorie dell’autore mi domandavo: ma che libro è questo senza le trame ed i personaggi di un romanzo ma con mille trame e mille personaggi ricordati ora con affetto ora con sapiente ironia, e sempre colti in un momento, in una frase, in un commento, rivelatori del loro carattere (…) Quanta ironia, quanta intelligenza, che profluvio di aneddoti, quante battute da ricordare, quanti pettegolezzi, personaggi, mezze figure e figuranti appaiono in questo teatro napoletano che Paolo Isotta fa vivere e di cui lui stesso è un protagonista. Questo è un libro “concentrico”, per così dire, senza nessuna progressione narrativa, e dunque tutto si espande come le onde quando un sasso cade nell’acqua. Il sasso qui è la natura tosta di Paolo Isotta che non si smentisce mai, curiosità infinita, cultura, erudizione, presunzione, talvolta protervia, e sempre un tocco di spericolata spregiudicatezza. Ma anche, e molto spesso, delicatezza di sentimento, cordialità, simpatia, e pietas» (Raffaele La Capria).

Un incontro eccezionale ed esclusivo quello che Arezzo Città del Vasari ha organizzato per lunedì 9 marzo alle ore 17 nella Biblioteca Città di Arezzo in via dei Pileati, 8: Paolo Isotta presenterà il suo ultimo libro, La virtù dell’elefante, un caso culturale ed editoriale e un libro di grande successo (già quattro ristampe).

Paolo Isotta è famoso pur non andando in televisione. È storico della musica e fa il critico musicale al «Corriere della Sera» ma è scrittore completo. Con questo libro fa una summa della sua esperienza umana, prima, artistica, poi. La virtù dell’elefante (che è quella di avere una mente robusta per sopportare una mole di sapienza) non è un’autobiografia perché non racconta la vita di Paolo Isotta secondo una sequenza cronologica: la sua vita discende dalla favola di Napoli e dei grandi personaggi, certo non solamente della musica, che egli ha incontrati. Senza aver letto questo libro è impossibile capire che cosa sia Napoli, città che si offre con aspetto lusinghiero e ingannevole, ingannevole nelle prospettive di gioia come nella querimonia perpetua. Qui un napoletano rivela che cosa si nasconda dietro la maschera.

isPaolo Isotta vive da quasi sessant’anni in simbiosi con la musica. Nessuno può oggi vantare un’esperienza umana e artistica pari alla sua. Così le sue memorie investono una lunghissima serie di colossi, della musica e della vita; ne sono glorificati molti, e richiamati alla mente di un’età atta all’oblio; alcuni falsi miti vengono sfatati. Anche tanti geniali, o non geniali, poveri cristi, di quelli che ogni giorno si arrampicano sugli specchi per sopravvivere; e alcuni esseri furbissimi e cattivi: raccontano le memorie. E le memorie toccano tanto musica e compositori quanto interpreti e interpretazioni. Isotta ricorda decine d’interpretazioni della stessa opera, dello stesso brano; e le richiama davanti al lettore; e quando descrive un’opera musicale, grazie alle sue parole è come se davanti al lettore venisse eseguita. Ma le sue esperienze non sono solamente musicali. In uno stile classico e fluido a un tempo, Isotta dice dei suoi poeti, scrittori, pittori: di Virgilio e Manzoni, di Flaubert e Pirandello, di Pascoli e Gottfried Benn, di Giotto, Raffaello, Bronzino, Reni, Tiepolo. Propone di risistemare il Settecento musicale; parla di Alessandro Scarlatti, di Haydn, di Beethoven, di Verdi, di Wagner e del teatro comico napoletano. E dei suoi Santi: Gennaro, Patrizia, Antonio, Padre Pio e Ipazia, pagana. Ognuno in questo libro troverà il suo. (Paolo Isotta, La virtù dell’elefante, Marsilio 2014)

Paolo Isotta è nato a Napoli nel 1950 e non ha mai abbandonato la sua città: vive in una casa che guarda il mare e Capri gli entra dalle finestre. Ha studiato Composizione, Lettere classiche e Giurisprudenza: i suoi maestri sono stati Antonio Guarino per il Diritto romano, Vincenzo Vitale per il pianoforte, Renato Parodi e Renato Dionisi per la Composizione. Storico della musica, dalla fondazione, nel 1974, fu il critico musicale de «Il Giornale»; dal 1980 è responsabile della cultura musicale sul «Corriere della Sera» e dal 1994 ne è anche il critico. Ha insegnato in Conservatorio per trentatré anni ed è stato bocciato ai concorsi universitari ai quali ha partecipato. L’anno scorso la Scala lo ha dichiarato persona non grata. Ha pubblicato I diamanti della corona. Grammatica del Rossini napoletano; Il ventriloquo di Dio: Thomas Mann e la musica nell’opera letteraria; Le ali di Wieland; Dixit Dominus Domino meo: struttura e semantica in Händel e Vivaldi; Protagonisti della musica; Victor De Sabata: un compositore; Gino Marinuzzi: un compositore; Renata Tebaldi. Erano molti anni che non scriveva un libro “importante” e con questo considera si sia aperta una nuova fase della sua attività.

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