Bluetrusco: alla fine nasce “murlotto”, il biscotto con il cappellone etrusco

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Murlotti

—lP—

A Murlo (Siena) chiuso con tanti risultati positivi un evento straordinario lungo un mese

Il festival Bluetrusco, l’evento che si è svolto al castello di Murlo (Siena) chiudendosi ieri, 2 agosto, ha avuto tanti meriti: scientifici, culturali, divulgativi. Ha persino ispirato la nascita del “murlotto”, il biscotto con la foggia del cappellone etrusco. La riscoperta delle radici etrusche ha ispirato la fantasia di una ragazza dell’associazione culturale che ha avuto l’idea subito tradotta in realtà dal forno locale. E così, durante la una serata gestita per la parte gastronomica dalla condotta Slow Food di Siena, è statao presentato il biscotto dedicato agli Etruschi, il cui nome è stato scelto con un “referendum” tra i presenti al festival e via internet: “murlotto” è stato preferito a “gran vescotto”, “murlino bianco”, “etruscotti”, “gran  murlese” e “gran murlotto”.

Il festival ha coinvolto la popolazione locale, al punto da far nascere anche questa declinazione gastronomica rispetto al tema centrale degli Etruschi. Bluetrusco ha amplificato una identità sopita, restituendo a questo piccolo centro un ruolo internazionale – che merita – in ambito archeologico. Non si è trattato solo di ospitare i più grandi nomi dell’etruscologia e della cultura, da Maurizio Bettini a Giovannangelo Camporeale, che hanno fatto di Murlo la capitale dell’archeologia. Bluetrusco ha prodotto anche cultura. Ad esempio, ha rappresentato la spinta fondamentale per la prima traduzione in italiano della ponderosa opera di George Dennis, “Città e necropoli dell’Etruria”, edita da Nuova Immagine Editrice. Il professor Alberto Piazza ha fatto rivelazioni straordinarie sull’andamento degli studi del Dna della popolazione murlese e toscana, che sembrano confermare una contaminazione con popolazioni provenienti dall’attuale Anatolia.

Murlotti 2E, ancora, ogni ospite, tra cui David Riondino e Moni Ovadia, ha espresso un suo parere, un suo punto di vista. Tutto ciò è stato illuminante: ha dimostrato che il mondo antico non è così lontano e che, anzi, ha tanto da insegnare anche alla società attuale. La musica è stata l’altra anima di un evento che ha voluto unire nel suo nome la passione per i suoni degli Etruschi alla nota magica del jazz e del blues. Anche in questo caso, con il contributo di Giulio Stracciati e della Fondazione Siena Jazz, sono arrivati grandi nomi, da Francesco Cocco Cantini a Simone Graziano, dallo stesso Stracciati a una star della chitarra jazz: il newyorkese Nir Felder. Per Murlo, grazie a una strategia lungimirante dell’amministrazione guidata dal sindaco Fabiola Parenti, si apre una nuova stagione. Bluetrusco è stato un punto di partenza. Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del Ministero dei Beni culturali, delle attività culturali e del turismo,  durante l’inaugurazione ha dichiarato: “Bluetrusco rappresenta una scelta intelligente e di qualità che porterà Murlo al centro di un’attenzione qualitificata, che rappresenterà un mattone per costruire quell’identità culturale che poi diventerà anche una identità turistica”.

Questo l’obiettivo del Comune, perfettamente colto anche a livello ministeriale. Moni Ovadia, ha aggiunto una valutazione altrettanto lusinghiera: “Credo che questo luogo meriti un pellegrinaggio di coloro che invece di fare turismo vogliono viaggiare e distillare la straordinaria memoria che c’è negli oggetti e nei luoghi in cui l’uomo ha messo la mano, quando nel suo tempo lavorava per edificare e non per consumare”. L’avventura di Bluetrusco è partita, dunque, sotto i migliori auspici. Bluetrusco è stato promosso dal Comune di Murlo, con la collaborazione di Fondazione Musei Senesi, Ministero per i beni e le attività culturali, Regione Toscana, Provincia di Siena, Università di Siena, Università per Stranieri di Siena, University of Massachusetts Amherst, Fondazione Siena Jazz, British school at Rome. Media partner è la rivista “Archeo”.

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