Crisantemi per Floramiata: l’azienda è fallita, in 250 sul lastrico

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—lP—

di Jori Cherubini

Abbadia San Salvatore. Nei bar, per strada, discutendo con gli amici. Se ne parlava da tempo, troppo: Floramiata fallisce. Alla fine sembrava quasi un atto scaramantico, apotropaico: richiamare la fine per scacciarne la paura, i fantasmi, gli allarmismi. Un timore diffuso e, purtroppo, giustificato. Alla fine la litania è divenuta realtà e i fantasmi si sono materializzati. Il tribunale ha sancito la chiusura di Floramiata Servizi. Fine di un’epoca. Fallimento. 250 lavoratori sul lastrico: 130 dipendenti a tempo indeterminato e 120 avventizi. Una calamità che riguarda soprattutto questi ultimi, gli avventizi, per cui non si intravedono prospettive di indennità o reintegri, almeno a breve termine. Il dramma oltretutto, si apprende da La Nazione (articolo odierno a firma Massimo Cherubini), è che “in questo settore non esistono ammortizzatori sociali. Non c’è cassa integrazione e per i tempi indeterminati non c’è neppure disoccupazione, indennità che, invece, viene riconosciuta ai lavoratori a tempo determinato a condizione che abbiano superato 101 giornate. L’Amiata, la zona con il più alto tasso di disoccupazione della provincia, rischia di perdere il più grande punto produttivo”.

Il problema, oltre alla perdita di un nucleo fondante e storico del lavoro amiatino, riguarda la possibilità di reintegrare il personale sospeso. Come, dove? Borsettifici e mobilifici – che verosimilmente potranno assorbire un numero molto limitato fra gli ex dipendenti della società florovivaistica – rappresentano due dei tre grandi poli lavorativi della zona. Il terzo sono (erano), appunto, “le serre”. E’ presto per cercare le colpe. Il proprietario? i sindacati? la provincia? la regione? la politica? la crisi? il tribunale? Tutti e nessuno. Le colpe forse sono a monte e riguardano ancora una volta l’incapacità nostrana di creare imprese vincenti, in grado di superare i decenni, di crescere, di implementare il lavoro e di assumere un ruolo preminente a livello nazionale e internazionale; a eccezione, lo sappiamo, di un paio di imprese (private…) che però da sole non bastano a sollevare le sorti di un’intera area. Fallita la Società mineraria ora tocca a Floramiata. Andava avanti per inerzia, debiti e mancati pagamenti l’hanno affossata.

L’appuntamento che si sono dati i lavoratori è per lunedì 12 ottobre; alle 10 di mattina di fronte all’Unione dei Comuni di Piancastagnaio (via Grossetana, 209), per un’assemblea pubblica.

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Commenti

1 commento a “Crisantemi per Floramiata: l’azienda è fallita, in 250 sul lastrico”

  1. olindo

    Io personalmente la colpa di tutto la do in primis alla proprieta’ che imprenditoriale te non è stata capace di gestire questa azienda (vedi stosa)con una proprieta’ che non gliene fregava niente,e non capiva niente di questo lavoro.
    Poi vengono i sindacati, che con la loro superbia di iscritti, facevano il bello e il brutto tempo,portando a far assumere decine di operai quando non c’era bisogno, e le cose già precipitavano.
    Poi è ora di finirla con questo assistenzialismo da parte dello stato,se si è capaci bisogna camminare da soli.

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