Musica. A cena con i Vandemars

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di Erika Fabbrini

Il 1° di Aprile è venuto alla luce “Secret of Gravity”, il terzo album dei Vandemars. Per conoscerli meglio e scoprire qualcosa in più sul loro nuovo lavoro, quale migliore occasione di una cena tra amici: ogni membro del gruppo ha preparato un piatto e si è concesso a domande piuttosto singolari. Mettettevi comodi, stasera siamo a cena con i Vandemars!

ANTIPASTO di Stefano Romani

Cosa ci hai preparato?

Rotolini di pane al latte con carciofi, tonno e robiola ricoperti di semi di sesamo e papavero.

A vederti da fuori appari pacato, al contrario del suono delle tue chitarre. Quali ascolti hanno sviluppato le tue sonorità?

Negli ultimi anni sono legati a band che spaziano dai Velvet Underground ai Tool, passando per Ulan Bator e il minimalismo chitarristico dei Portishead.

Conoscendoti si scopre anche che sei un lettore appassionato. Se tu fossi un libro che libro saresti?

Collettivo Luther Blisset – Q

PRIMO PIATTO di Silvia Serrotti

Che piatto ci hai preparato?

Cous cous alle verdure con pinoli.

Tu sei la leader del gruppo, cosa provi quando di fronte al pubblico sei trasportata dal suono?  

Pienezza. Completezza. Un connubio di intimità e potenza. “Di fronte” e “dietro” si annullano. Il pubblico è da ascoltare e persino da amare alle volte. C’è un mondo da sentire. Tutto può succedere.

Sei cantante con un’evidente potenza scenica, se tu fossi un fiore saresti un…?

Una viola mammola (da utilizzare anche in cucina).

SECONDO PIATTO di Cris Bottai

So che sei un cuoco, quindi sono molto curiosa di sapere che ricetta ci hai proposto.

Tataki di tonno in crosta di sesamo bianco, sesamo nero e semi di papavero.

Un batterista cuoco, che insolito binomio! Entrambe le professioni prevedono il coinvolgimento diretto con le persone, da quale di queste due ricevi maggiori soddisfazioni?

Musica e cucina sono le mie grandi passioni da sempre, la prima è stata la mia professione per tanto tempo, la seconda lo è da poco più di un anno. Difficile dire quale delle due prediligo ma se devo proprio scegliere, scelgo di sbatacchiare, in fin dei conti ho iniziato a suonare percuotendo le pentole con “somma gioia” dei miei genitori.

La batteria ricorda sonorità primitive e animalesche. Se Cris fosse un animale che animale sarebbe?

Con molta probabilità sono già un animale, un Crisside direi.

CONTORNO di Francesco Pititto

Che contorno ci fai assaggiare?

Con un secondo così non potevo che andare sul classico: patate lesse con basilico, ciliegini con capperi e carciofi accompagnati da del buon olio toscano.

L’accostamento ”secondo-contorno” non è nato a caso infatti con il tuo basso completi la sezione ritmica. Come è il tuo feeling con Cris?

Cris mi ha sempre dato l’idea, fin dalla prima volta, della persona con il suono giusto per i Vandemars e il feeling non può che essere dei migliori.

Dal video dell’album si capisce che tu rappresenti l’elemento Terra e appari completamente a tuo agio nel farlo. Se tu fossi un albero quale saresti?

Se Gaia (la regista) mi avesse proposto un altro elemento avrei comunque insistito per interpretare la terra, gli occhi verso il cielo non sono una mia peculiarità. Per quanto riguarda la domanda direi una quercia.

DOLCE (VANDEMARS)

Giorni fa è uscito il vostro terzo album dal titolo ‘Secret of Gravity’, quanto è impegnativo realizzare un disco di inediti, soprattutto con una nuova formazione?

È molto impegnativo, ma se si ha la fortuna di avere una particolare affinità di gruppo, come nel nostro caso, in cui ogni elemento è attento e aperto all’ascolto e al confronto, il punto di partenza, la fase creativa, durante la quale i brani prendono forma, si carica di leggerezza e semplicità e si lavora con piacere. Quando Cris è entrato a far parte del nostro gruppo, nel luglio del 2012, eravamo già a lavoro da diversi mesi su brani nuovi, perché già da tempo c’era la volontà di realizzare un secondo album di inediti. Quindi siamo partiti da quel materiale e abbiamo iniziato a rimodellarlo dando spazio alla creatività di questo “nuovo Marziano” appena arrivato. Di lì a poco, grazie alla forte intesa di questa nuova formazione, hanno preso forma in modo molto naturale altre canzoni e presto ci siamo resi conto che un filo rosso le legava. Tra agosto e settembre 2013 abbiamo registrato in presa diretta “Secret of Gravity” all’Entropya Studio di Gabriele Ballabio, un luogo a noi molto caro e familiare, nel quale avevamo già registrato il nostro album di debutto “Blaze”. A differenza del primo disco in studio, che ha visto la partecipazione di due produttori artistici, Stefano Bechini e Paolo Benvegnù, questa volta abbiamo scelto di curare in prima persona l’intera produzione dell’album. Avendo bene in mente il sound che volevamo e quale direzione avrebbe dovuto prendere il nostro secondo lavoro, affidare la produzione ad un membro esterno avrebbe potuto alterare ciò che volevamo dire e in qualche modo rompere gli equilibri creatisi durante la fase compositiva. In studio l’intervento e le competenze di Cris sono stati cruciali: ha curato le varie sessioni di registrazione, al fianco di Gabriele Ballabio, e successivamente mixato l’album.

La pubblicazione del disco è stata anticipata dal video del singolo. Che esperienza è stata?

Una bellissima esperienza. Possiamo dire che quella con Gaia Magnani, regista del teaser e del video A Wood, è stata l’esperienza collaborativa più fruttuosa e divertente finora vissuta dai Vandemars. Gaia è una filmmaker con una profonda capacità di relazione e di condivisione, sa sempre come metterti a tuo agio e soprattutto rispetta i tuoi tempi senza fomentare alcun tipo di ansia da prestazione, facilmente innescabile in attori non professionisti. Quindi non ci siamo mai sentiti realmente “diretti”, quanto parte di un bel gioco, ma come fanno i bambini abbiamo giocato in modo serio.

ll concept dei quattro elementi non sarà stato scelto a caso, perché questa scelta per il vostro video?

“A Wood” racconta del bisogno di costruire una nuova realtà per sfuggire da ciò che ci impedisce di realizzare e portare a compimento la propria natura. Quindi sicuramente è stato il brano stesso a guidarci nella scelta del concept dei quattro elementi che incontrano la Quintessenza, interpretata da Elisa Ventimiglia. Ma come spesso succede, nulla accade per caso. Inconsciamente e grazie anche alla lungimiranza e maestria della nostra regista, che ci ha affidato i singoli ruoli, abbiamo messo in scena il mondo dei Vandemars, non solo per la scelta di girare il video nel Monte che ha visto nascere il nostro progetto (Amiata, ndr), ma anche perché i 4 elementi lo siamo di fatto da anni gli uni per gli altri. Il progetto Vandemars ci ha permesso di sviluppare una nostra identità da poter condividere e di cui prenderci cura attraverso la musica, la Quintessenza che ci unisce.

Io sono una profana del settore ma in ogni momento della mia vita c’è sempre una musica di sottofondo. Voi che siete immersi in questa dimensione forse potreste essermi d’aiuto per inquadrare la situazione della musica in Italia. Cosa non è fatto e cosa invece potrebbe servire?

Potrebbe servire una maggiore curiosità e un po’ di coraggio da parte di tutti, a partire dal pubblico fino ad arrivare ai gestori di tanti locali. Potrebbe servire un maggiore rispetto e supporto vicendevole tra musicisti. Invece si inscenano delle guerre fra poveri che non servono a nessuno e che se, da un lato sono patetiche, dall’altro sono paradigmatiche della società che ci circonda. Potrebbe servire ricordarsi che apparteniamo ad un Paese con il più ampio patrimonio culturale e artistico del mondo e che il musicista al pari di qualsiasi altro cittadino-lavoratore merita la tutela dei propri diritti e il riconoscimento sociale della propria professione.

Ultima ma non meno importante domanda. Qual è il palco dei sogni per i Vandemars?

Stefano – Festival di Glastonbury

Silvia – Reading Fest / Bonnaroo Music Festival / Coachella Festival

Francesco- Coechella Festival

Cris – Rock am ring

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Copertina: Vandemars

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