Focus giovani. Progetto Euromine: Abbadia vola a Jarrow (parte II)

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gruppo

di Ilaria Martini e Antonio Pacini

Si è conclusa l’esperienza dell’Euromine a Jarrow, che ha portato molti giovani di Abbadia a vivere un coinvolgente scambio culturale. Come tutte le esperienze importanti quella della tre giorni inglese è occasione di bilanci e confronti. I ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa raccontano ad Abbadia News le prospettive che l’Euromine apre per la nostra comunità. La speranza, alla quale ci uniamo vivamente, è che il tutto non si fermi al soggiorno a Jarrow, ma possa essere un’occasione di crescita importante da capitalizzare al meglio.

Di seguito riportiamo le testimonianze di Alessio Contorni, Francesco Volpini, Michela Rossi, Carolina Tondi e Marco Arezzini.

L’accoglienza che abbiamo ricevuto a Jarrow è stata molto calorosa, ci hanno dimostrato di essere un popolo gentile e disponibile. I nostri prodotti tipici hanno suscitato molta curiosità: durante la dimostrazione della pasta fatta a mano alcune signore hanno voluto persino imparare! Anche la parte medievale è stata molto apprezzata, soprattutto il combattimento con il fuoco dei cavalieri e le danze delle ballerine, che hanno conquistato i più piccoli anche durante le prove. Speriamo di aver stimolato negli inglesi la curiosità necessaria ad invogliarli a farci visita! A Jarrow abbiamo trovato un ambiente curato e funzionale, un parco-museo che ospita esposizioni artistiche oltre alla ricostruzione di ambienti e villaggi medievali, con tanto di animali locali.

Quello su cui puntano gli inglesi è la socialità, che si traduce nello sforzo di promuovere giovani artisti emergenti. Il concetto chiave è collaborazione. Il loro obiettivo è il coinvolgimento sociale e non il classico concetto di museo: in questo modo il beneficio è evidente, sia per chi al museo ci lavora, sia per chi lo visita. Lo spazio non è visto come qualcosa di statico, dove si va per ammirare le opere, ma diventa vivo ed interattivo. Non è un qualcosa da guardare ma da costruire, grazie alle numerose iniziative culturali che coinvolgono il pubblico. All’interno del museo di Jarrow è presente una web radio, che promuove gli artisti emergenti locali e investe sul loro talento. Quello a loro disposizione è inoltre anche uno spazio fisico, per esporre opere pittoriche e scultoree: in questo modo i giovani fanno pratica e crescono professionalmente. Questa concezione ci ha veramente colpito e pensiamo che sia un’idea vincente, che si potrebbe riproporre anche nei nostri complessi museali. Grazie a questo piglio dinamico che fa guardare all’arte in maniera diversa riescono ad avere grande successo di pubblico, anche se il loro patrimonio storico è andato distrutto in misura maggiore rispetto a quello di Abbadia.

Ci siamo resi conto di quanto nel nostro paese ci sia ancora da lavorare, sulla promozione turistica e sulla rivalutazione museale. La fedele riproduzione del Codex amiatinus, conservata nel museo della nostra Abbazia, ad oggi non ha l’eco che si merita. Si potrebbe esporre la copia addirittura all’interno della chiesa; in ogni caso non è sufficiente metterla sotto una teca e lasciarla lì, ma dovrà anche essere pubblicizzata, presentata alle nuove generazioni come eredità. La prima cosa da cambiare ad Abbadia è la mentalità. Portare avanti la cultura dell’incontro, aprendoci a nuove esperienze come questa, che non siano sterili, ma possano essere capitalizzate in un collettivo metterci in discussione, sicuri di poter così imboccare la via del cambiamento. Prima di dire che qualcosa non funziona si potrebbe provare a farla: se non ci proviamo non potremo mai sapere.

Noi giovani dovremmo essere ascoltati di più. Molte delle nostre iniziative e proposte non sempre vengono prese in considerazione e questo ci sembra controproducente dato che i  ragazzi rappresentano uno dei più importanti target turistici. D’altro canto va anche detto che esiste un certo disinteresse da parte di molti giovani nei confronti delle attività paesane e lo si può vedere dalle partecipazioni alle feste e iniziative badenghe (tranne in alcuni casi). Ecco perché a cambiare dovrebbe essere la mentalità collettiva del paese, non soltanto di una generazione. Alcuni di noi fanno parte della Proloco ma ci mancano i numeri per poter essere incisivi. Quando ci si trova in quattro o cinque persone ovviamente le potenzialità sono minori rispetto a quel che si potrebbe organizzare se fossimo un gruppo di almeno quindici o venti ragazzi giovani.

Speriamo tanto che questo progetto abbia una continuità; anzi che venga ampliato e che non riguardi solo la Bibbia Amiatina ma anche molto altro. Dal punto di vista storico abbiamo veramente un grande passato e non sempre ci siamo dimostrati in grado di valorizzarlo. Tanto per fare un esempio, da noi c’è una reliquia di importanza assoluta per i fedeli irlandesi (Scoto irlandese, ndr) che tanti badenghi non conoscono nemmeno, mentre dall’Irlanda i pellegrini giungono fino a noi per ammirarla. Non mostriamo quello che abbiamo, è come se volessimo nasconderlo, tenercelo per noi. Ci sottovalutiamo in una maniera impressionante e per questo non riusciamo ad andare avanti nonostante le potenzialità che altri luoghi turistici non hanno (eppure riescono a fare tanto con poco). Dovremmo ricominciare dall’educazione, far conoscere a tutti i badenghi la storia gloriosa del loro paese.

Riguardo alla Festa Medievale dobbiamo fare autocritica soprattutto per la promozione. Abbiamo fatto in passato alcuni video promozionali e qualche passaggio in radio, oltre ad una poco incisiva diffusione di cartelloni pubblicitari. Questi metodi non hanno dato l’esito sperato, soprattutto a fronte di costi rilevanti. La festa, che non vorremmo fosse così statica, purtroppo risente della mancanza di nuove leve e della mancanza di nuovi figuranti. In questo modo siamo quasi obbligati a rifare le stesse cose dell’anno precedente. Ma noi non ci arrendiamo, partecipiamo alla festa da moltissimo tempo, ci crediamo con tutto il cuore e speriamo sempre che con l’impegno di tutti, ma soprattutto dei giovani si possa sempre migliorare. Lo dobbiamo al nostro paese e a noi stessi».

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Commenti

1 commento a “Focus giovani. Progetto Euromine: Abbadia vola a Jarrow (parte II)”

  1. letizia nocci

    Condivido pienamente i commenti dei ragazzi, ma li sollecito a farsi invitare da Don Amedeo e vedranno che c’è già un luogo bellissimo dove ospitare la Bibbia Amiatina, oltre a tanti altri tesori che i monaci hanno conservato e protetto per l’umanità. C’È un museo e un luogo come quello descritto dai ragazzi già pronto, che non ha niente da invidiare a quelli che visitiamo all’estero.Per completarlo occorrono ancora un po’ di soldi, Don Amedeo da solo non c’è la può fare, perché le normative sulla sicurezza viaggiano più veloci delle risorse economiche reperibili. Ai ragazzi sulla scia dell’esperienza vissuta e dell’entusiasmo, propongo di mobilitarsi presso la cittadinanza a far si che questo splendido luogo si mostri agli occhi di tutti, cerchiamo tutti insieme di completare questo bellissimo progetto.
    Forse tutti insieme potremo trovare soluzioni.
    ciao a tutti letizia

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