Considerazioni inattuali, in hoc signo vinces

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Ci sono almeno tre cose che oggi mandano in bestia un giovane di cultura: un cattolicesimo conformista, una lettura eurocentrica della storia moderna e un’importanza speciale attribuita al popolo di Israele. In realtà  il conformismo del cattolico e la sua tendenza a un credo inflazionato ha una base profonda: “State contenti umana gente al quia, che se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria” (Dante, Purgatorio, Cap. III).

Ecco perché molti di noi non sanno spiegare quello che sentono, per secoli la Chiesa ha combattuto l’eresia gnostica ed ha incoraggiato un conformismo gerarchico e scettico verso la creatività. Va da sé che il conformismo è superficiale fin quando ci si conforma a persone e a valori superficiali, mi pare chiaro. Ecco perché oggi più che mai i giovani hanno bisogno di guide, di maestri buoni e di “pastori” che sappiano risalire alle cause delle cose e non fermarsi alla loro forma. Tutto questo potrebbe essere fatto anche tramite uno sforzo individuale, ma si tratta comunque di uno sforzo non da poco, considerata la fatica della risalita. Ecco perché tradizionalmente i sacerdoti sono liberi da impegni lavorativi, a volte anche familiari, e hanno una cruciale funzione pastorale da assolvere con la massima serietà, insegnando anzitutto la differenza tra il bene e il male.

L’unico maestro che non ha più da salire alle cause, che può essere chiamato così in senso proprio, è Gesù (Mt 23, 8). Tutte le religioni indo-europee si sono finora inchinate al Cristianesimo: lo Zoroastrismo col dono dei Re Magi ha dimostrato di riconoscere in Gesù un maestro. I culti tellurico-matriarcali rappresentati dalla Regina del Meridione hanno anch’essi mostrato di dover apprendere dalla sapienza cristiana. Popoli non cristiani come gli indiani, ad ogni modo fortemente religiosi e strutturati in modo profondamente pagano nelle loro istituzioni sociali, tanto da non ammettere matrimoni né scambi di cibo tra appartenenti a diverse caste, sono stati assoggettati militarmente e politicamente dalla cristiana Inghilterra Coloniale, coi suoi limiti in termini di importanza data all’economia, questo si sa, non si può avere tutto. Lo stesso Ghandi, nonostante i vari torti subiti dagli Inglesi, riconosceva valore alla figura di Gesù; forse si era accorto che il colonialismo aggressivo di matrice economica non era poi così evangelico.

Ma aver liberato quel popolo dalla rigidità isterica della divisione in caste non è cosa da poco. Mi verrebbe da dire che il costantiniano “in hoc signo vinces” vale sempre e la storia europea lo grida ben più di me. I tentativi di ribellarsi al nostro dolce giogo ce li abbiamo avuti anche in casa. Il Nazismo coi suoi capi, occultisti, in qualche caso anche satanisti, ha dato esempio di una direzione politica pienamente europea e assai poco cristiana. Anche certi lobbisti e perfino certi governi di oggi non mancano di stupire. La religione propria dei gentili – parlavamo poc’anzi di culti indo-europei -  è assai lontana dal cristianesimo: dal paganesimo romano alle fiabe nordeuropee inneggianti alla saga di Odino, si tratta di tradizioni lontane da Israele e da Gerusalemme. E’ singolare come il popolo custode di tradizioni così lontane dal Cristianesimo, i gentili, sia diventato il popolo cristiano per eccellenza, quello che ha fatto di più per l’evangelizzazione del mondo finora (Mt 21, 42).

Il popolo di Israele invece è legato inscindibilmente a una sapienza arcaico patriarcale talmente forte e legittima da essere stata la ragione per cui quel popolo ha trionfato sugli altri ed è stato scelto come base per la nuova alleanza. Dalla Genesi alla Sapienza ai Salmi, si inneggia all’Altissimo senza mettere in mezzo adorazioni di bestie, sacrifici umani, miti del sangue e della guerra in sé. Ecco perché la mezza verità degli ebrei è comunque più vera di tante filosofie che vanno di moda oggi, dal culto pagano della natura al mito indiscutibile della democrazia a tutti i costi. Sappiamo invece che la dottrina della Chiesa ammette le tre forme di stato: monarchia, aristocrazia e democrazia e che il cristianesimo ha convissuto per secoli con la prima di esse. Anzi il Vaticano a tutt’oggi classificato come Monarchia. Volendo fare una battuta… ad andare sul classico non si sbaglia mai. Giovanni Fabbrini

Copertina: Giotto, Cristo Giudice, (1303 – 1305). Cappella degli Scrovegni (PD)

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