Analisi di una vittoria (non del tutto) annunciata

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l’editoriale

 763 è la misura della forbice che divide i voti del Centrosinistra (2.197 – 57%) da quelli di Abbadia Futura (1.434 – 32%). Un’enormità. Va bene che da circa 70 anni vince solo un partito, PCI, PDS, PD. Vero anche però che una situazione del tutto simile si verificava a Piancastagnaio, dove stavolta ha trionfato un sindaco non certo di sinistra: una vittoria che nessuno aveva preventivato. O a Santa Fiora, nel grossetano, dove a indossare la fascia tricolore è stato sì un uomo del PD, il Balocchi, ma per una manciata di voti (appena 12). Se da noi la distanza è stata così ampia, anche al netto della radicalità del Partito in Abbadia, è segno che ci sono stati degli errori evidenti da parte di Abbadia Futura: quel po’ di acredine e di arroganza da parte di alcuni supporter avrebbe dovuto lasciare il posto a una forte e arguta diplomazia.
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Gli ultimi giorni di Campagna, almeno sui social network, hanno registrato l’alzata di toni da parte di alcuni futuristi, quasi a emulare l’ingloriosa e nefasta propaganda di Grillo. Nondimeno il tanto discusso e misterioso Pasqualino Maragià, inizialmente simpatico, s’è fatto prendere la mano fino a scadere nel grottesco, forzato e antiproducente attacco frontale a tutta la nomenclatura – futura e presente – del PD; finendo per fare il gioco dello stesso Partito. Sarebbe stato forse opportuno, da parte di AF prenderne le distanze in tempo, con schiettezza e decisione; anche se, come si dice, del senno di poi son piene le fosse.
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A quanto sopra va aggiunta una campagna efficace e produttiva da parte dell’”apparato” che saggiamente non ha mai risposto con tono ai rimproveri – talvolta anche sensati ma sicuramente eccessivi nei modi – dimostrando così maturità e autorevolezza. Lo sbaglio di Abbadia F. è stato quello di non puntare tutto sui programmi, oggettivamente belli e innovativi, contenuti sul “Libro bianco” spedito nelle case dei cittadini.
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La gente votante doveva sognare un paese nuovo. Il profumo delle rose, il sole tutto l’anno, le strade linde e profumate, e una ripresa economica che tutti avrebbe arricchito, nessuno escluso. Una rinascita generale e una sferzata di positività. Quand’invece le polemicucce da Facebook hanno rafforzato il PD e indebolito il partito nascente.
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Si salva Giacomo Bisconti, un leader indiscusso a cui abbiamo augurato, e auguriamo, una carriera politica importante, perché i numeri, l’età e il carisma sono dalla sua parte e sicuramente potrebbe fare molto comodo a partiti di rilievo nazionale. Si salva in realtà molto, perché 1.400 voti non sono certo da buttare e la misura della forbice non è incolmabile, ma la delusione ieri pomeriggio si leggeva palese nei volti dei futuristi.
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Per quanto riguarda il nuovo governo bisogna segnalare un consiglio comunale arricchito di molti ragazzi in gamba, come Giacomo Viti e Simona Coppi, che insieme all’aiuto dei più esperti – e perché no dell’opposizione, stavolta totalmente in mano ad Abbadia Futura, con Federica Morellini che ha ricevuto ben 200 preferenze, Tondi, Castro e lo stesso Giacomo – potranno guidare Abbadia verso un futuro di crescita, bellezza e prosperità.
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Ovviamente vanno rinnovati i complimenti più sinceri e gli auguri a Fabrizio Tondi per il compito non facile che si trova davanti. Buon lavoro a tutti.
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Copertina: Renato Guttuso – Il comizio – 1975 – Galleria d’Arte Maggiore, Bologna.

Commenti

5 commenti a “Analisi di una vittoria (non del tutto) annunciata”

  1. Aninimo

    Non è il comune di Abbadia a dover essere responsabile della ripresa economica della zona, quello che manca è la possibilità o la voglia di investire in progetti concreti come l’Adler di Bagno Vignoni, nonché l’interesse a far girare il settore turistico, costruendo una struttura che sia adeguata agli standard attuali del mercato e che offra tutto ciò che la montagna ed i paesi hanno da offrire. In più andrebbe adeguata la risposta dei cittadini al turismo in termini di ospitalità. Sinceramente mi auspico la nascita di una cooperativa badenga che offra servizi come trekking, mountain bike, escursioni a cavallo, soggiorni, camping e quant’altro si possa pensare in una zona di montagna, prima che qualche americano o tedesco s’innamori della montagna e tiri su una macchina da soldi sfruttandone il potenziale. La politica c’entra solo fino ad un certo punto con la ripresa economica.

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  2. Anonimo2

    Ma questo commento si contraddice…

    L’Adler non è una cooperativa bensì una società tedesca. Un “tedesco” che si è innamorato della zona.

    Speriamo che qualche nababbo si innamori della montagna, rilevi impianti e alberghi per modernizzare il tutto.

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  3. Anonimo

    Lo so che è una società tedesca, ma ciò che hanno fatto loro lo si potrebbe fare in loco con una cooperativa, se solo le persone della zona fossero disposte a collaborare per il bene comune piuttosto che girare il paese con macchinoni e cellulari sempre più costosi solo per il gusto di sentirsi migliori. Ma vista la mentalità imperante, aspettiamo pure che scenda un salvatore dalla Germania e si arricchisca con risorse nostre lasciando le briciole ai dipendenti assunti in loco.

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  4. Anonimo 2

    Io sono abbadengo, ho una macchina da 1000 euro e un telefono cellulare da 50. Leggo libri di finanza e il mio sogno è comprare l’Empire State Building. Mi sa che se cambio paese è meglio.

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