Roma, 2 giugno: ai Fori imperiali è un tripudio di tricolori, bandiere e italianità

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di Ilaria Martini 

Roma. Di buon mattino via dei Fori imperiali era già una distesa di bandierine tricolore e ombrellini per proteggersi dal sole. Sono accorsi in tantissimi da tutta Italia, complice il lungo ponte, per assistere alla tradizionale parata militare della festa della Repubblica. Al di là delle personali opinioni, di quelle di ogni parte politica e delle polemiche che si rincorrono tutti gli anni immancabili, i festeggiamenti del 2 giugno nella Capitale hanno un sapore patriottico che è capace di emozionare. Un tripudio di tricolori, di bandiere al vento e di italianità, una festa per tutti.

In una piazza Venezia gremita di pubblico il presidente Mattarella è salito al Vittoriano per onorare la tomba del milite ignoto, accompagnato dalle più alte cariche dello stato tra cui i presidenti di camera e senato e il premier Renzi. Dopo l’emozione dell’Inno di Mameli intonato in coro è stata la volta delle Frecce Tricolori che hanno inondato di colore il cielo di Roma: il boato della folla ha accolto il suggestivo contrasto tra il tricolore e il marmo candido del Vittoriano. Le cariche dello stato e il sindaco Marino hanno raggiunto la postazione d’onore con un piccolo bagno di folla lungo la via, dove non sono mancati apprezzamenti negativi oltre che alle consuete strette di mano. Il presidente della Repubblica è arrivato alla tribuna d’onore a bordo della storica Lancia Flaminia 335 e con gli onori da parte della banda dei Carabinieri è iniziata la parata. Hanno sfilato oltre 3.400 persone, tra corpi armati, associazioni, civili, atleti militari e bambini delle scuole della Capitale, oltre alle bandiere delle forze armate e ai gonfaloni delle regioni. Il tricolore è stato il protagonista della parata. Presente in ogni dettaglio. Esibito non solo come un’iconografia impolverata, ma come ponte tra quel referendum di sessantanove anni fa e le sfide dell’Italia di oggi. Nonostante il generalizzato rigetto per la politica e la difficile situazione nazionale degli ultimi anni, la festa della Repubblica è riuscita almeno per un giorno a far crescere la coesione.

L’orgoglio e la dignità di un popolo intero si percepiva chiaramente tra la gente assiepata dietro le transenne. Sentimenti che riassumono le parole del presidente Mattarella che, nel messaggio inviato al Capo di stato Maggiore della difesa, ha ricordato come «il desiderio di riscatto, l’amore per la patria e la fiducia nel futuro sono prevalsi nel 1946 sulle divisioni e sulle spinte disgregatrici». Il coinvolgimento del pubblico è stato testimoniato dal lungo applauso che si è levato spontaneo durante il passaggio dei militari del Reggimento San Marco della Marina, per ricordare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Un nuovo passaggio delle Frecce Tricolori sui Fori Imperiali, immortalato da migliaia di smartphone e tablet ha chiuso la rassegna militare. I festeggiamenti nel pomeriggio sono continuati ai giardini del Quirinale, per l’occasione aperti gratuitamente al pubblico. Dopo un’oretta buona di fila sotto il sole i moltissimi visitatori hanno potuto assistere all’esibizione dei complessi bandistici delle forze armate nella cornice di un magnifico giardino di circa quattro ettari, tra giochi di fontane e complessi monumentali risalenti al 1700.

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