Manuale funghi: tutto quello che c’è da sapere sulla raccolta (e non solo)

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di Antonio Pacini

“Un amiatino della mia età conosce bene la commozione che dà un porcino con la sua cupola marrone, scoperto all’improvviso sul verde muschio. Il profumo dei funghi mi dà ancora ebbrezza” (Ernesto Balducci, “Il sogno di una cosa”)

Siamo ormai entrati nella stagione dei funghi e come ogni anno molti appassionati si recano nelle loro “postaie” per rendersi conto se c’è stata “la mossa”. Ancora se ne trovano pochi, anche se ci sono in giro diversi “fungacci”, quindi bisognerà aspettare per vedere se ci saranno le condizioni per una buona annata. I funghi vanno seguiti per rendersi conto di quale sarà il momento propizio di una determinata postaia rispetto alle altre così da andare a colpo sicuro. I fungaioli queste cose le sanno e probabilmente hanno già tastato il terreno facendosi un’idea più o meno chiara di come agire. Per gli abitanti di Abbadia si tratta di una vera tradizione che si aspetta con impazienza durante tutto il resto dell’anno; ci sono alcuni che fanno il conto alla rovescia segnando i giorni nel calendario che mancano a ottobre da quanto sono appassionati. Per molti si potrebbe fare tranquillamente a meno di qualsiasi regolamento perché chi conosce il bosco assume un comportamento naturale e non dannoso anche se il problema sono quelli per i quali la comunicazione con la montagna si è interrotta. Bisogna dire che ad arrecare il danno maggiore sono una parte di coloro che vengono da fuori e poi il numero troppo elevato di persone che rastrellano ogni centimetro di bosco e ovviamente si portano il raccolto a casa senza lasciare un centesimo di guadagno a nessuno.

Anche se forse la tendenza sta diminuendo è ancora usuale per taluni cogliere l’intera produzione di porcini minuscoli, tirare i calci a tutti i funghi che non sono “buoni” per far vedere che tale postaia è già stata assaltata scoraggiando altri cercatori, prediligere le buste di nylon al paniere perché meno ingombranti, buttare cartacce e lasciare rifiuti di ogni genere. Questo atteggiamento va relegato abbandonando sempre più la teoria che chiunque da fuori metta piede in montagna faccia parte del “turismo”. La raccolta dei funghi dovrebbe essere un guadagno, una vera risorsa per la comunità quindi è giusto richiederne una corretta tutela. Un porcino sottratto sottomisura al terreno sarebbe diventato diversi etti se non più di un chilo ma se colti appena spuntati, oltre che a danneggiare la produzione e il sottobosco, ci scapitiamo anche e soprattutto dal punto di vista economico.ppp

Come per altre nostre peculiarità, intorno al porcino dell’Amiata ci si può costruire un marchio, un prodotto di qualità garantita dalla sua provenienza che gli darebbe maggiore valore sul mercato ma perché ciò accada bisogna curare l’intero contesto e l’immagine della montagna che da ormai troppo tempo è associata, sotto vari fronti, al depauperamento più che all’utilizzo delle risorse. La rivalutazione dell’Amiata è un passo impegnativo ma decisivo per il suo e nostro futuro. I residenti hanno poco da temere dalle norme di tutela del bosco e dei suoi prodotti ma tanto da guadagnare. Nel proprio comune si possono giustamente cogliere i funghi porcini senza bisogno di nessuna autorizzazione e in quantità superiore ai non residenti. Con una cultura diffusa e un’educazione ambientale dei visitatori della nostra montagna (molti per fortuna ce l’hanno) non ci sarebbe bisogno di regole e controlli ma per il momento dobbiamo pararci dai danni e richiedere maggiore attenzione alle istituzioni.

In realtà il periodo più critico è la stagione estiva dove la montagna viene assalita dalle masse, ma purtroppo solo quando è tanto caldo, senza che rimangano reali benefici. Il discorso della tutela non riguarda soltanto i funghi, andrebbe esteso fino a portarci ad una riflessione sull’immenso valore ambientale della nostra montagna e quindi verso il raggiungimento, che poi è un ritorno, della convivenza armoniosa di tutte le funzioni che devono avere i nostri pregiati boschi (senza sbilanciarsi in maniera forte su quella produttiva). Intanto, nell’attesa che “rifaccia la prossima luna” speriamo per tutti quelli che se lo meritano in una buona fungatura. Riportiamo di seguito le norme per la raccolta dei funghi riprese dal sito del Comune di Abbadia:

 

Funghi: norme per la raccolta

L’autorizzazione è rilasciata dalla Regione

La legge regionale n. 16 del 22/03/1999 che disciplina l’attività di raccolta degli epigei spontanei è stata modificata recentemente in alcuni aspetti sostanziali dalla legge regionale n. 58 del 17/11/2010 che è entrata in vigore il 1° gennaio 2011.

Per la raccolta dei funghi sul territorio toscano occorre l’autorizzazione che viene rilasciata dalla Regione Toscana e non più dal Comune di residenza del richiedente.

L’autorizzazione è valida su tutto il territorio regionale; per la ricerca all’interno dei parchi, nazionali o regionali, occorre prendere visione dei rispettivi regolamenti che possono prevedere ulteriori autorizzazioni e/o modalità diverse da quelle fissate dalla legge regionale.

Numero di Conto Corrente

L’autorizzazione alla raccolta è costituita dalla ricevuta di versamento degli importi previsti, sul conto corrente postale n. 6750946, intestato all’Amministrazione regionale.

La ricevuta deve riportare la causale ‘Raccolta funghi’ e le ge­neralità del raccoglitore e va portata con sé al momento della raccolta, insieme a un documento di riconoscimento.

I dati della persona che effettuerà la raccolta devono essere riportati sul bollettino in tutte le parti che lo compongono; nel caso di versamento effettuato da chi esercita la potestà ge­ nitoriale per conto di minori di diciotto anni, devono essere riportate le generalità del minore.

Residenti in Toscana

I residenti in Toscana devono versare 13 euro per un’autorizza­zione valida sei mesi oppure 25 euro per un anno; tali importi sono ridotti della metà per chi risiede nei territori classificati montani ai sensi della L. 991/1952.

La stessa riduzione spetta ai ragazzi, tra i 14 ed i 18 anni, che abbiano frequentato un corso di informazione ed edu­cazione organizzato dalle Amministrazioni provinciali o dalle Comunità Montane e abbiano ottenuto il relativo attestato di frequenza. Coloro che vogliono raccogliere i funghi epigei nel solo territorio del comune di residenza non sono tenuti a munirsi di alcuna autorizzazione.

La raccolta per i turisti

I non residenti in Toscana devono pagare 15 euro per un gior­no40 euro per sette giorni, consecutivi, oppure 100 euro per un anno. La data o l’indicazione della settimana devono essere obbligatoriamente aggiunte nella causale dopo la dicitura ‘Raccolta funghi’.

E’ possibile ottenere l’autorizzazione anche presso una delle strutture convenzionate, l’elenco di tali strutture è consultabile in calce alla presente pagina.

Versamenti effettuati entro il 2010

Le autorizzazioni acquisite dai residenti in Toscana entro il 31/12/2010 mantengono la loro validità fino alla loro naturale scadenza (6, 12 o 36 mesi dalla data del versamento).

Le autorizzazioni turistiche sono decadute il 31/12/2010.

3 kg il tetto giornaliero

Il limite di raccolta giornaliero per persona è di tre chilogrammi a testa, salvo il caso di un singolo esemplare o più esemplari concresciuti di peso superiore; il tetto giornaliero sale a dieci chilogrammi solo nel caso in cui i residenti nei territori classi­ficati montani della Toscana raccolgano nel proprio comune di residenza. Non ci sono limiti, invece, per imprenditori agricoli e soci di cooperative agroforestali che, in possesso dell’attesta­ to di idoneità al riconoscimento delle specie fungine rilasciato dagli Ispettorati micologici, svolgano la raccolta, a fini di inte­grazione del proprio reddito, nella provincia di residenza. In questo caso occorre far pervenire, anche in via telematica, una semplice dichiarazione di inizio attività alla Comunità Montana, Unione di Comuni o Provincia di competenza.

Gli stessi soggetti possono chiedere, inoltrando apposita do­manda alla competente amministrazione provinciale, analoga deroga ai limiti di raccolta anche per territori provinciali diversi da quello di residenza.

Divieti per alcune specie

È vietata la raccolta di esemplari delle seguenti specie, nel caso in cui la dimensione del cappello sia inferiore a:

quattro centimetri per il Genere Boletus sezione Edules (porcini);

due centimetri per l’Hygrophorus marzuolus (dormiente) e per il Lyophyllum gambosum (prugnolo).

È vietata inoltre la raccolta dell’ovolo buono quando non sono visibili le lamelle.

Condizioni per la raccolta

La raccolta dei funghi epigei è consentita nei boschi e terre­ni non coltivati nei quali sia permesso l’accesso e non sia riservata la raccolta. Nei parchi nazionali e regionali e nelle altre aree protette la raccolta dei funghi può essere soggetta a norme diverse e subordinata al possesso di autorizzazioni rilasciate dai soggetti gestori, sulla base di specifici regola­menti.

La raccolta può essere esercitata da un’ora prima del sor­gere del sole a un’ora dopo il tramonto. Non devono essere usati strumenti che rovinano il micelio, lo strato superfi­ciale del terreno e gli apparati radicali della vegetazione (rastrelli).

È vietato l’uso di sacchetti di plastica. I funghi devono es­sere riposti in contenitori rigidi e aereati, atti a diffondere le spore.

Province, Comunità Montane e Unioni di Comuni sono titolari delle procedure autorizzative per la costituzione di aree di raccolta riservata a fini economici e di raccolta a pagamento su terreni in concessione appartenenti al patrimonio agricolo forestale regionale.

Province, Comunità Montane e Unioni di Comuni possono prevedere divieti di raccolta, per un massimo di due giorni a settimana, per motivi di tutela ambientale o per armoniz­zare lo svolgimento di attività diverse all’interno delle aree boscate. Per informazioni: 800 860070

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