Le Cornamuse del Drago a fianco dei nomi più prestigiosi della musica folk

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di Antonio Pacini

“La musica delle radici stimola corde che continueranno a vibrare sempre”

Prosegue il viaggio di Abbadia News alla scoperta delle realtà musicali del nostro paese. Dopo l’incontro con Federica Zammarchi restiamo in tema di folk approfondendo la nostra conoscenza con “Le Cornamuse del drago”, Compagnia formata da musici e danzatrici sia del posto che di altre zone, con sede a Abbadia. A raccontarci tutto c’è Giorgio Tondi, presidente dell’associazione e a sua volta suonatore di cornamusa medievale.

Qual è la storia della vostra associazione?

La Compagnia  dè Musici “le Gaite del Drago” nasce nell’estate del 2008 da un’idea di Paolo Papini dopo la scoperta, nella basilica di S. Cristina di Bolsena, di un affresco raffigurante un suonatore di cornamusa. Il nome “ del Drago “ si rifà al cognome del Principe Don Giovanni Del Drago, proprietario del castello di Bolsena e nostro fan. Dal 2008 a oggi il gruppo è cresciuto e si è notevolmente arricchito fino all’apertura di una scuola di musica.

Da chi è formata la Compagnia?553253_201598436634021_1438321225_n

La nostra Compagnia è formata da musici di tre regioni, tre province e otto comuni; questo a volte crea problemi logistici a cui facciamo fronte grazie alla passione e ai sacrifici nostri e dei consiglieri del direttivo. Dall’anno scorso ci siamo arricchiti anche di una sezione di danzatrici medioevali. Collaboriamo, tra gli altri, con il gruppo di cavalieri della compagnia d’ arme “Santaccio“ di Chiusi e con i Cavalieri  “Gallia Malum” di Abbadia San Salvatore con i quali partecipiamo attivamente alla rievocazione dell’Offerta dei Censi.

Quali sono le vostre attività principali?

La compagnia partecipa regolarmente a feste medioevali e rievocazioni storiche e da due anni siamo parte integrante del Corteo Storico di Orvieto. Proprio a Orvieto quest’anno abbiamo presentato, nel sagrato della chiesa di Sant’Andrea, il nostro primo spettacolo-concerto, intitolato “in viaggio da Canterbury a Roma” che ripercorre, attraverso  brani di musica, i viaggi  di ipotetici pellegrini dall’Inghilterra, sulla Via Francigena fino a Roma, attraverso il cammino di Santiago de Compostela e sulla via della Terra Santa. Devo anche dire, con orgoglio, che la nostra scuola è in espansione soprattutto grazie alle giovanissime generazioni (il più giovane del gruppo ha solo sei anni), che quando ci sentono sfilare per le strade rimangono attratti da questo strano ma affascinante strumento e si precipitano a chiedere informazioni sui nostri corsi musicali. Questa estate è stata per noi una stagione molto proficua di soddisfazione che si è conclusa con partecipazioni a eventi che veramente danno lustro ed elevano la qualità del curriculum. E’ stata richiesta la nostra partecipazione al “Folk Umbria” di Orvieto, dove abbiamo aperto il concerto di Hevia e di Ambrogio Sparagna, abbiamo partecipato alla 720° edizione della Perdonanza Celestiniana a l’Aquila dove ci siamo esibiti insieme a Goffredo degli Esposti e a Gabriele Russo, componenti dell’Ensemble dei Micrologus e in ultimo all’imponente, per numero di figuranti e spettatori, manifestazione del “Corteggio storico” di Prato.

Suonate anche altri strumenti?

Abbiamo le percussioni ma anche suonatori di zampogna, ciaramelle, bombarde, uillean pipe (cornamusa irlandese) e cornamusa scozzese. Chiunque volesse entrare a far parte della Compagnia può venire a farci visita alla nostra sezione presso la Scuola di musica di Abbadia.

E’ vero che la cornamusa è uno strumento tipicamente italiano?

Il nostro impegno, oltre che alla musica, è rivolto anche alla ricerca storica sulla musica medioevale, in particolare alla cornamusa per ridare a questo antichissimo strumento, già suonato, secondo Svetonio, da Giulio Cesare che appunto chiama otricolare,  la sua giusta collocazione geografica e storica. E’ anche per rivendicare l’italianità dello strumento che dal 2013 abbiamo cambiato nome in “Cornamuse del Drago“ abbandonando il vecchio nome gaite di chiara origine spagnola. Stiamo scoprendo, infatti, attraverso l’osservazione dei dipinti, scritti e affreschi, che la cornamusa veniva suonata in Italia, che è il paese con più tipi di cornamuse al mondo, fin dall’antichità e molti secoli prima che arrivasse nei paesi anglosassoni con cui viene troppo spesso identificata. Abbiamo trovato suonatori di cornamuse, per esempio, su affreschi a Sutri, Nepi, Bolsena, Assisi e ultimamente sul Timpano del Duomo di Orvieto, dove a suonare la cornamusa è un Angelo.

Stiamo assistendo a un ritorno del folk e della musica popolare. Quale sarà secondo te il futuro di questo trascinante genere musicale?

Secondo me nei prossimi anni sarà la musica dominante e quella che darà luogo ai grandi eventi e festival, questo perché la musica è una passione e la passione muove molte cose e, se poi questa musica è quella delle nostre radici e della memoria va a stimolare delle corde che continueranno a vibrare per sempre.

10384760_549161991877662_2468970470995628542_nQuindi la domanda è perché proprio la musica popolare?

Semplicemente perchè è la musica più vicina a noi, quella musica che descrive le nostre sensazioni e i nostri stati d’ animo; è quindi nel cuore della gente ed è lì che deve andare, non deve andare in altri posti se non nei cuori delle persone. La musica popolare è anche quella che fa suonare strumenti di cui si era persa la memoria, ma che hanno sonorità diverse che producono emozioni  che gli strumenti classici non sono piu in grado stimolare e  tra questi rientra certamente anche la cornamusa.

Abbadia che posto potrà avere nel futuro? Avete un progetto di cui puoi darci delle anticipazioni?

Fare progetti non è facile, soprattutto in questi momenti, comunque ho avuto contatti con l’Amministrazione, in particolare con l’Assessore Luca Ventresca e ho trovato una persona propositiva e disponibile all’ascolto. Certo, poter organizzare un festival di musica (non solo popolare, ma che abbraccia diverse discipline) ad Abbadia è possibile solo coinvolgendo tutte le realtà che ruotano intorno allo spettacolo (Filarmonica Puccini, Scuola di Musica, Corale, Arcadia, Festivale). Per ora ti posso dire che si stanno tessendo le fila per approdare alla realizzazione di un progetto, poi si vedrà.

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Foto: gt

 

 

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