Irpet ridisegna le province toscane; Abbadia sarebbe governata da Piancastagnaio (giammai!)

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di Jori Cherubini

Abbadia San Salvatore. L’Irpet, Istituto Regionale Programmazione Economica, nei giorni scorsi ha diffuso una cartina in cui ridisegna la geografia politica della Toscana. Secondo un criterio basato su “sistemi locali di lavoro”; individuando dei Macro-Comuni; “confini amministrativi basati sulle esigenze delle persone”. La nostra regione passerebbe così da 280 municipi (quelli attuali, arrotondando la cifra) a circa 50. Nel disegno proposto da Irpet il Comune di Abbadia San Salvatore passa sotto la tutela di Piancastagnaio; che governerebbe, se abbiamo letto bene la mappa (in alto a destra, fonte: Corriere Fiorentino), anche Radicofani, Castiglione e San Quirico d’Orcia. Mentre Siena si fonde con Monteriggioni, Castelnuovo Berardenga, Sovicille, Monteroni d’Arbia e Asciano. L’intera provincia ne esce stravolta; e grossomodo si dividebbe nelle seguenti (5) macro-aree: “Grande Siena”, Val d’Elsa, Val d’Orcia-Amiata, Valdichiana, Chianti. Stando alle dichiarazioni dell’assessore regionale Vittorio Bugli (quota Pd) con questo sistema si risparmierebbero 400 milioni.

E va bene. Però, aggiungiamo noi, verrebbero alla luce problemi di logistica, di comodità. Un residente di San Quirico per recarsi in Comune, fra andata e ritorno, perderebbe più di un’ora, solo di viaggio. Oltretutto un paese di montagna (in questo caso due…) si trova ad affrontare problematiche diametralmente diverse rispetto a un paese di pianura (strade, neve, trasporti, calamità, gestione della montagna, regolamenti, etc). Nel nostro caso esiste anche la “questione geotermia”: Piancastagnaio ha detto di sì; mentre Abbadia, almeno fino a oggi, “no”. In questo caso la palla passerebbe a Piancastagnaio, e non è difficile capire la sorte che, probabilmente, toccherebbe al nostro Comune. Il “Giammai!” del titolo non riguarda questioni di campanilismo o di inimicizia. Non c’entra niente. Ma di cultura, di tradizioni e di prospettive. Piancastagnaio possiede una distinta vocazione all’imprenditoria laddove Abbadia è specializzata nell’incoming alberghiero, nell’offerta dei servizi; Castiglione d’Orcia vanta una tradizione agricola, olive e viti; San Quirico gode di un turismo a noi sconosciuto e Radicofani predilige la pastorizia (per restare ai macro-settori). Zone confinanti, vicine, ma dalle diverse vocazioni. E le province che fine farebbero? Al momento non ci è dato sapere.

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Commenti

1 commento a “Irpet ridisegna le province toscane; Abbadia sarebbe governata da Piancastagnaio (giammai!)”

  1. redazione

    errata corrige. rivedendo la cartina: su San Quirico devo essermi sbagliato; anche perché lo dà al n. 37. chiederò lumi. jc

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