35 anni di AVIS, bilanci e aspettative con Viro Pacconi

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Ci troviamo nella sede dell’Avis di Abbadia San Salvatore (Piazzale Michelangelo, 26) per scambiare un’amichevole chiacchierata con il presidente Viro Pacconi.

Il 2013 è stato l’anno del 35esimo  anniversario della sezione Avis di Abbadia San Salvatore. Se dovesse fare un ipotetico bilancio, quali sono i numeri dell’associazione e quali le prospettive future?

La presenza dell’Avis ad Abbadia è un fenomeno ormai radicato nel tempo e nella mentalità dei badenghi, tuttavia di anno in anno continua ad operare sempre al meglio, grazie anche ad una quantità ammirevole di donazioni. Nel 2013 sono state in tutto 987 tra sangue intero e aferesi (plasma), con circa 600 donatori effettivi,  una media al di sopra di quella regionale. È proprio ai nostri donatori passati, presenti e futuri che abbiamo voluto dedicare la stele posta tra Via Mentana e Via Cavour (vedi foto, ndr), come segno tangibile della loro insostituibilità. Il bilancio è quindi molto positivo, ma questo non significa che non si possa ancora migliorare. La donazione di sangue non va pensata in termini provinciali: non bisogna guardare al fabbisogno locale, ma all’autosufficienza nazionale. Il nostro obiettivo è rispondere attivamente alle richieste del centro regionale sangue, che ci chiede un incremento delle donazioni di plasma. Se infatti di sangue intero abbiamo raggiunto l’autosufficienza a livello nazionale (salvo periodi dell’anno particolari), per il plasma siamo ancora in deficit. Per questo perseguiamo una politica di avvicinamento all’aferesi da parte dei donatori giovani: nel 2013 abbiamo ottenuto un +17,4% nelle donazioni di plasma. Il problema della plasmaferesi tuttavia è che nel centro di raccolta del nostro paese non è abilitata. I donatori devono perciò spostarsi a Nottola o a Castel del Piano. Per cercare di appianare i disagi stiamo sollecitando la Usl ad istallare macchine per la plasmaferesi, inoltre dovremmo allestire questo nuovo punto di prelievo più completo nei locali dell’odierno reparto di cardiologia, una volta che questo con la fine dei lavori si sarà trasferito nella nuova ala. Un’altra prospettiva importante per la nostra associazione è riuscire ad allungare l’orario della donazione all’interno della mattinata. In questo momento siamo vincolati alla scadenza delle ore 9.30, in quanto le sacche devono poi raggiungere il centro trasfusionale di Nottola, del quale la nostra unità, non gestita direttamente dall’Avis di zona, è una proiezione.

Quali sono le attività attraverso cui l’associazione Avis si promuove ed entra nel tessuto sociale per stimolare la partecipazione?  

Le attività che svolgiamo sono molteplici. Anzi tutto la sezione di Abbadia partecipa attivamente alle politiche provinciali. Attraverso la chiamata del donatore ricordiamo al singolo l’appuntamento con la donazione, in base alla frequenza da lui preventivamente scelta. Sponsorizziamo la squadra di calcio amatori ed organizziamo convegni dove si discute l’importanza del tema della donazione. Abbiamo promosso più volte manifestazioni a favore di Telethon e continuiamo la campagna di sensibilizzazione nelle scuole del nostro paese. Uno strumento che dobbiamo però ripristinare è il blog, nato alcuni anni fa ma rimasto poi inutilizzato. L’investimento nell’online ci interessa e potrebbe essere fonte di comunicazione soprattutto con le nuove generazioni.

Data la larga partecipazione, che significato sociale ha la donazione di sangue per la comunità di Abbadia San Salvatore?

Ad Abbadia lo spirito della donazione è ben radicato da generazioni, questo è uno dei molteplici modi in cui la nostra comunità dimostra il suo grande cuore. Lo stesso numero degli iscritti è un chiaro segno della generosità di questo paese arrampicato sulla montagna. La donazione è un fatto di sensibilità personale, nel pensare che il gesto che si compie è un gratuito regalo, un’insignificante privazione per il donatore ma allo stesso tempo un dono che salva la vita di chi lo riceve. Sta sicuramente a noi alimentare questa solidarietà già presente e la promozione della nostra associazione è importante: impieghiamo materiale informativo e gadget, usiamo la tv, la radio e il web a livello nazionale. Tuttavia sono convinto che nel caso della donazione il passa parola sia fondamentale e faccia calare nel tessuto sociale una consapevolezza maggiore e più vera, che deriva dalla testimonianza diretta. E gli atti di testimonianza ad Abbadia non mancano di certo! Donate e passate parola! Ilaria Martini

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